martedì 28 giugno 2011

Lele Mora, dalla «dolce vita» al declino del Garda dei vip

Ha conosciuto le due stagioni del lago di Garda: quella, gloriosa, del Sesto Senso come discoteca dei vip degli anni '80 e quella, più recente e con meno lustrini, legata ad una tardiva e fallimentare operazione di rilancio dell'ex Biblò, rinato per morire subito dopo con il nome di Lele Mora House. Un'insegna che doveva essere garanzia di successo, un nome che poteva essere passaporto per il popolo della notte verso il mondo dello showbiz.
Dario «Lele» Mora non è stata una presenza inosservata a Desenzano quando la cittadina gardesana era l'epicentro della movida del nord Italia e non solo: prova ne è il fatto che l'ex parrucchiere veronese, arrestato l'altra sera a Milano per il reato di bancarotta fraudolenta, fu manager tra gli altri di Jerry Calà (uno dei primi soci del Sesto Senso, oggi, ne riferiamo nella pagina del Garda, locale destinato a scomparire definitivamente) e Luisa Corna poi. I frequentatori della discoteca cult degli anni '80, oggi più che cinquantenni, lo ricordano alle prime armi, capello lungo e sguardo furbo, sempre vicino a chi brillava della luce più luminosa. Di lì a poco avrebbe creato un impero da cui passò mezzo mondo televisivo italiano.
Proprio a Desenzano, vent'anni dopo, il manager veronese con quartier generale a Milano tornò alla ribalta per riaccendere le notti che furono riportando in auge l'ex Biblò con il nome «Lele Mora House»: per questo motivo con alcuni soci mantovani e con l'aiuto dell'amico e imprenditore desenzanese Leo Peschiera si avvicinò al Backstage (quel che restava, appunto, del Biblò). «Questa di Desenzano sarà la prima Lele Mora House d'Italia ma ne seguiranno molte altre», ripeteva incessantemente e, almeno all'inizio, i numeri furono dalla sua parte.
Il locale aprì il 3 aprile del 2008: su via Dal Molin c'erano auto di ogni genere, vigili e gestire la viabilità, fotografi e paparazzi. Del resto tra i privè extralusso, il bancone del bar e i divani a bordo pista i numeri 1 dello spettacolo non mancavano. Si ricordano per esempio l'amico di sempre Jerry Calà, quindi Wanna Marchi, l'attaccante brasiliano del Bologna Martin Adailton, la modella Barbara Fagioli così come i calciatori Eugenio Corini, Victor Obinna, Luciano Eriberto e Sergio Pellissier. Poco dopo anche il Brescia di Serse Cosmi fu ospite per una serata all'insegna dei colori biancazzurri. Tutti «conquistati» dal locale destinato a fare tendenza, punto di contatti tra il mondo vip e coloro che, senza nascondere ambizioni e velleità, avrebbero voluto farne parte.
Tra calciatori e starlette la regina del Lele Mora House è stata senza dubbio Paris Hilton: l'ereditiera inglese con una vocazione artistica mai nascosta brindò con il manager veronese in un privè che pullulava di fotografi. Biglietto da visita di una discoteca sempre più in rampa di lancio ma che si ritrovò, in un attimo, catapultata in fondo al burrone da un incendio doloso il 24 aprile, a tre settimane dall'apertura. Quella mattina, Lele Mora, fu assolto per Vallettopoli, ma non potè festeggiare: i danni al locale, seppur limitati, portarono ad un improvviso stop. Alla riapertura, i vip avevano cambiato «giro». Pochi sabati e la definitiva chiusura. E fu il declino per l'ultimo Lele Mora gardesano.

Daniele Bonetti - fonte: Bresciaoggi.it

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