sabato 27 novembre 2010

ACQUA, la Regione Lombardia è anti-federalista

GIRELLI (PD): “LA REGIONE TOGLIE LA TITOLARITA’ DEL SERVIZIO AI COMUNI PER DARLA ALLE PROVINCE”

Con il voto contrario del Gruppo consiliare del Partito democratico è stata approvato in VIII Commissione Agricoltura, parchi e risorse idriche il progetto di legge di modifica sul servizio idrico integrato. “Abbiamo votato contro un provvedimento che di fatto affida la titolarità del servizio alle Province togliendolo ai Comuni – dice Gian Antonio Girelli, consigliere regionale del Pd e componente della commissione –. Le audizioni dei giorni scorsi con Comuni, Ato, Comitati dei cittadini, non sono servite per far recedere la maggioranza da un provvedimento che poteva essere definito in maniera sicuramente diversa”.
“La fretta con cui il provvedimento è stato votato è sospetta – continua Girelli –. Vanamente abbiamo chiesto alla maggioranza di tenere conto del ricorso avverso alla soppressione degli Ato, presentato da Regione Veneto e per il quale la Corte costituzionale si esprimerà a febbraio. Nel caso di accoglimento, ci troveremo in una situazione di grande difficoltà con una legge non valida e gli Ato soppressi”.
Tuttavia, fa presente Girelli, “in sede di discussione siamo riusciti a ottenere almeno che il parere dei Comuni diventasse vincolante, ridando così un minimo di forza alle amministrazioni locali. La nostra battaglia continuerà da martedì (il 30 novembre prossimo ci sarà Consiglio regionale, ndr), in Aula, dove difenderemo come sempre la titolarità dei Comuni e chiederemo che anche Regione Lombardia si faccia promotrice per la soppressione dell’articolo della legge Calderoli che sopprime gli Ato, i quali, per inciso, garantiscono ai cittadini lombardi le tariffe più basse di tutto il territorio nazionale e che per efficienza ed efficacia sono citati da organismi sicuramente non vicini al pubblico come Mediobanca”.


Milano, 25 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

BEDIZZOLE: il Sindaco si dimette.

Quando un sindaco dà le dimissioni rivendicando la propria moralità, ma senza spiegare a che cosa si riferisca di preciso, è inevitabile che comincino a circolare illazioni.
Perchè se è il sindaco stesso ad evocare un problema di «moralità» nella gestione del Comune, grave al punto da motivarne le dimissioni, è naturale e legittimo che i cittadini vogliano saperne di più.
Ma ad ormai tre giorni dalla sua improvvisa decisione, il sindaco Roberto Caccaro non esce dal silenzio: resta solo la breve lettera di dimissioni, motivata dalle parole «la mia moralità ha la predominanza».
Se il cellulare del sindaco rimane spento, i bedizzolesi parlano, e lanciano varie ipotesi, nei bar e in piazza, come nei corridoi del municipio. C'è chi ipotizza problemi personali, o la difficoltà di gestire il Comune con bilanci stritolati dal rigido patto di stabilità. C'è chi parla di problematiche sulla discarica sequestrata, chi ipotizza divergenze legate all'edilizia, o alla nomina del consiglio della Casa per anziani. Chi prefigura scenari inquietanti su pressioni occulte su chissà quali decisioni.
Il vicesindaco Isidoro Bottarelli conferma quanto già detto: «Non vi sono contrasti interni alla giunta, vista la ristrettezza dei bilanci siamo tutti impegnati a fare i conti con l'ordinaria amministrazione. Non sono nemmeno a conoscenza di screzi o liti, credo sia una scelta personale».
«Ho ricevuto la lettera - ha detto Giulio Barba presidente del Consiglio comunale - ed escludo problemi con i consiglieri. Dalla data del Consiglio di martedì 30 vi saranno venti giorni in cui il Sindaco potrà ritirare le sue dimissioni».
«Auspico il ritiro delle sue dimissioni- ribadisce Andrea Stretti capogruppo di Pdl, Udc, centro democratico per il popolo di Bedizzole-; è ancora in tempo». Auspicio a cui si sono uniti i consiglieri del gruppo misto Rigon e Zanelli, mentre centrosinistra e Lega reclamano verità e trasparenza. Ma per ora l'unico che possa spiegare quelle parole «la mia moralità ha la predominanza», è solo Roberto Caccaro.N.AL.

fonte: bresciaoggi.it

Girelli: la regione toglie ai comuni per dare alle provincie

Con il voto contrario del Gruppo consiliare del Partito democratico è stata approvato in VIII Commissione Agricoltura, parchi e risorse idriche il progetto di legge di modifica sul servizio idrico integrato

Noi Abbiamo votato contro un provvedimento che di fatto affida la titolarità del servizio alle Province togliendolo ai Comuni. Le audizioni dei giorni scorsi con Comuni, Ato, Comitati dei cittadini, non sono servite per far recedere la maggioranza da un provvedimento che poteva essere definito in maniera sicuramente diversa.

La maggiornaza ha voluto approvare il provvedimento con una fretta sospetta.

Vanamente abbiamo chiesto alla maggioranza di tenere conto del ricorso avverso alla soppressione degli Ato, presentato da Regione Veneto e per il quale la Corte costituzionale si esprimerà a febbraio.

Ma i” maestri” del federalismo non hanno voluto sentite ragioni, avanti tutta!

Nel caso di accoglimento del ricorso del Veneto, ci troveremo in una situazione di grande difficoltà con una legge non valida e gli Ato soppressi.

Qualcosa però abbiamo ottenuto: in sede di discussione siamo riusciti a ottenere almeno che il parere dei Comuni diventasse vincolante, ridando così un minimo di forza alle amministrazioni locali. La nostra battaglia continuerà da martedì (il 30 novembre prossimo ci sarà Consiglio regionale, ndr), in Aula, dove difenderemo come sempre la titolarità dei Comuni e chiederemo che anche Regione Lombardia si faccia promotrice per la soppressione dell’articolo della legge Calderoli che sopprime gli Ato, i quali, per inciso, garantiscono ai cittadini lombardi le tariffe più basse di tutto il territorio nazionale e che per efficienza ed efficacia sono citati da organismi sicuramente non vicini al pubblico come Mediobanca.

giovedì 25 novembre 2010

MONIGA 10elode: un futuro a consumo di suolo zero

È un miraggio un Piano di Governo del Territorio che per il futuro non prevde nuove aree edificatorie in un paese sul lago di Garda? No, o quasi.
A Moniga l'amministrazione del sindaco Lorella Lavo ha presentato il nuovo strumento urbanistico, in netta controtendenza rispetto alla nuova ondata di cementificazione a cui si assiste in quasi tutti gli altri paesi della Riviera.
Nel Pgt di Moniga si prevede un consumo di territorio inferiore all'1%: circa lo 0,5% è un'area artigianale di proprietà della chiesa vicino al Penny inserita ancora nel Piano Regolatore Generale, il restante 0,47% sono nuove aree residenziali per 20 mila mq.
Siamo dunque allo «zero virgola». Del resto i dati forniti dall'estensore Giovanni Cigognetti, dicono che per le scelte passate, il 49% della terra di Moniga è già urbanizzata.
Si è deciso di darci un taglio. Eppure i cittadini hanno presentato al Comune 106 proposte edilizie che, se fossero accolte, avrebbero coperto altri 703.490 mq, pari al 16,7% della superficie totale di terra.
Il territorio agricolo è il 51% ed è dove si concentrano le maggiori proposte, ma è anche dove il Comune vuole tutelare le coltivazioni di pregio. «Siamo andati incontri - spiega il sindaco - solo alle richieste di residenti per necessità di famiglia».
Su quei 20 mila mq autorizzati, dunque, non ci saranno seconde case: non ne servono.
PER I TURISTI (nel 2008 un totale di oltre 400 mila presenze) ci sono 8 alberghi con 606 posti letto, mentre i 9 campeggi (292.511 mq) offrono 6.100 posti e i 6 affittacamere 1.140.
I nuovi fabbricati, in ogni caso, dovranno essere di classe B; a quelli di classe A sarà dato un premio in volumetria.
Prima di portare l'adozione del Pgt in Consiglio comunale ci sarà un'altra assemblea pubblica, ma l'approvazione arriverà dopo le elezioni di giugno. «Il vincitore delle prossime elezioni, chiunque sarà - dice Lavo, che comunque si ricandida -, troverà questo Piano e questo inidirizzo. Poi valuterà la gente chi votare se vorrà qualcosa di diverso».
«LA COSA ECLATANTE - ribadisce Gabriele Lovisetto, segretario del Comitato per il Parco delle Colline Moreniche del Garda - sarà che il Pgt verrà analizzato affinché venga adottato, lasciando alla prossima amministrazione la sua approvazione. È un atto elegante, un'atto di cavalleria».
«L'elemento più qualificante - prosegue Lovisetto, che è enologo ed ecologista - è il basso consumo di territorio, allo 0.96% in totale».
“È eclatante - dice Lovisetto - perché per la prima volta sul lago di Garda si prevede un consumo praticamente pari a zero. Questo ha un ruolo di controtendenza rispetto a chi tiene il Pgt blindato, rispetto a chi come Lonato approva un Pgt ma poi, dopo poche settimane, apre la valutazione di una variante su 26 ettari, o rispetto a Polpenazze che promuove con manifestazioni i prodotti del territorio e poi sradica un intero oliveto per costruire una beauty farm».

fonte: bresciaoggi.it

mercoledì 24 novembre 2010

Manifestazione Nazionale PD: a Roma in pullman con il pdgarda

In occasione della manifestazione nazionale del Partito Democratico, che si terrà a Roma l'11 Dicembre 2010, verrà organizzato un autobus dal Garda.

E' stata inserita una pagina sul sito ufficiale della zona (vai su pdgarda.it, in alto c'è scritto manifestazione nazionale 11/12) dove puoi dare la tua pre-iscrizione.

sabato 20 novembre 2010

Cubature edificabili in cambio di opere pubbliche

Il comune senza soldi si affida ai privati per la realizzazione di opere pubbliche, scuole elementari e lungolago su tutte. Cosa in cambio? Cubature edificabili cedute ai privati, per un totale di circa 120mila metri cubi.
Molte amministrazioni ormai si affidano agli scambi "a costo zero" per farsi cosrtuire ciò che non potrebbero pagare. Beh, in realtà non è costo zero, è solo un'altra forma di pagamento, si pagano le opere pubbliche svendendo il territorio.
5 i piani che saranno interessati dagli scambi, che porteranno gli imprenditori a costruire residenziale soprattutto (116mila metri) ma anche commerciale (2500 metri) e artigianale misto (1750 metri). In cambio si otterrà la scuola elementare (5 sezioni dalla prima alla quinta, mensa, auditorium e palestra) e la nuova passeggiata a lago di Rivoltella.4 piani di intervento su 5 hanno già il via libera dalla Giunta.  
fonte: a.c. bsnews.it

giovedì 18 novembre 2010

RETE ANTIMAFIA di BRESCIA

In questi giorni a Brescia si sta svolgendo, nel disinteresse generale, un processo contro una ‘ndrina che utilizzava le discoteche del Basso Garda come base per i suoi traffici (droga, armi, prostituzione). Un gruppo di associazioni, preoccupate da quanto emerso durante il dibattimento, ha fondato la RETE ANTIMAFIA di BRESCIA. Ora vogliamo sensibilizzare il popolo della notte relativamente a tutto ciò, con un VOLANTINAGGIO DAVANTI ALLA DISCOTECA per mantenere alta l’attenzione su quello che è successo e potrebbe succedere di nuovo sulle rive del Garda!
 
RitrovoVENERDI’ 19 NOVEMBRE 2010 ore 23.30 al parcheggio del Biblò.

giovedì 11 novembre 2010

Piano socio sanitario, pd lombardo: mancati gli obbiettivi

E’ stato approvato oggi, mercoledì 10 novembre 2010, in III Commissione Sanità e assistenza il Piano socio sanitario regionale che traccia le linee della politica sanitaria e sociosanitaria dei prossimi cinque anni. Il Piano sarà discusso per la sua approvazione definitiva martedì prossimo, 16 novembre, in Consiglio regionale.
Il voto contrario del Pd è stato così spiegato dai consiglieri del Gruppo che fanno parte della Commissione: “L’assoluta genericità del piano, la mancata definizione delle priorità in ogni settore, l’assenza di una vera programmazione sugli interventi rendono questo strumento carente e inefficace. Puntiamo il dito in particolare sulla mancanza di indicazioni puntuali sulle risorse economiche che verranno messe in campo e sull’irrisolto nodo della mancata continuità assistenziale che caratterizza la sanità lombarda. La frattura esistente in questa regione tra il mondo ospedaliero e il territorio lascia i pazienti, soprattutto i malati cronici, privi di un’adeguata assistenza dopo le dimissioni e in carico esclusivo alle famiglie: il piano non risolve questa criticità e manca l’obiettivo di rafforzare il comparto dell’integrazione sociosanitaria”. E continuano: “Il nostro giudizio negativo è stato inoltre rafforzato dalla presentazione di un corposo emendamento, a Piano approvato, da parte della relatrice Peroni, che tenta di rimediare a una delle più importanti carenze di questo documento, cioè quella relativa alla trattazione delle problematiche sociali e sociosanitarie che coinvolgono direttamente tutti i Comuni, le Asl e il terzo settore della regione. E ciò di fatto ammettendo quanto da noi costantemente evidenziato e sostenuto fin dall’inizio dell’esame del provvedimento”.
Unica nota positiva, secondo il Pd, l’approvazione di pochi emendamenti per i quali i consiglieri dell’opposizione si sono fortemente battuti, dei quali uno va a incidere su un settore particolarmente delicato, come quello delle cure palliative. Questa istanza tende al rafforzamento e a una migliore implementazione della rete di cure palliative e della rete della terapia del dolore attraverso un coordinamento a oggi assente tra i due assessorati competenti (Sanità e Famiglia), per raggiungere un più alto numero di pazienti non solo oncologici.
Milano, 10 novembre 2010

mercoledì 10 novembre 2010

LONATO Cresce la protesta contro il mega-centro

260mila metri quadrati, 30mila di costruzioni, occupati dal progetto di un albergo e di un centro ippico. 26 ettari della residua collina di Lonato, tra Sedena e Maguzzano in Valsorda.

La protesta tra i cittadini contrari al progetto sta velocemente montando. Dopo la diffusione delle prime notizie relative al progetto il tam-tam tra cittadini e associazioni si è fatto rapido. Per venerdì, alle ore 20.30, è organizzata un'asseblea pubblica nella quale un gruppo di residenti ben informati illustreranno il progetto.

E' stato detto molte volte: il Garda ormai quasi completamente edificato, dovrebbe puntare sulla ricettività di qualità: basta seconde case, basta mini-appartamenti in mega centri residenziali vuoti per undici mesi l'anno. Il centro l'ippico e l'albergo annesso potrebbero pure essere pensati in maniera corretta, ma sulla collina deputata ad ospitarli proprio no. Innanzitutto per la grandezza del centro, per le cubature di cui si parla. E poi per lo scempio paesaggistico che ne deriverebbe, con una collina che verrebbe irrimedibilmente deturpata.

Per ora l'amministrazione comunale non parla. Perché, se crede nella bontà del progetto?

fonte bsnews.it

venerdì 5 novembre 2010

Cartiera di Toscolano:Occorre che anche il Consiglio regionale si esprima. La Regione tuteli il sito produttivo

 dal blog di gianni girelli

La cartiera di Toscolano Maderno dev’essere difesa e occorre che il Consiglio regionale si esprima compattamente. Per questa ragioni ho presentato ieri un’interrogazione sul caso della storica cartiera. Un’interrogazione che vorremmo diventasse un impegno preciso di tutte le forze politiche attraverso un documento impegnativo come un ordine del giorno bipartisan. Ma, se questo non bastasse, la Regione dovrebbe impegnarsi a difendere il sito produttivo anche facendo ricorso a strumenti urbanistici che scongiurino future ipotesi di speculazioni edilizie per interessi finanziari. La stessa Regione aveva riconosciuto l’importanza anche storica, oltre che produttiva, della Valle delle Cartiere con la costituzione di un ecomuseo. La Cartiera di Toscolano, con i suoi 300 dipendenti è l’ultimo sito attivo. La politica deve fare il possibile per difenderlo da operazioni che non sono motivate da difficoltà dello stabilimento, che è solido e stabilmente in utile.

il PD Lombardo per l'acqua pubblica

il video di presentazione

mercoledì 3 novembre 2010

Salviamo il lavoro sul Garda

Pubblichiamo l'interrogazione parlamentare presentata dai deputati bresciani del pd, Ferrari e Corsini, in merito alla crisi della cartiera di Toscolano Maderno.

Interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico

Premesso che:

la vicenda riguardante la Cartiera di Toscolano Maderno, BS (Burgo Group) con la chiusura paventata della linea di produzione riguardante la macchina 11 a far data dal 31/12/2010 e la conseguente messa a rischio di circa cento posti di lavoro, è ormai nota;

il territorio in questione non è a particolare vocazione industriale e la suddetta cartiera è l’ultimo sito produttivo presente nella zona dell’alto Garda;

la ricollocazione di 100 posti di lavoro risulta essere assai complessa, se non impraticabile;

la storia più che centenaria dello stabilimento in questione, rimasto l’ultimo sito produttivo nella zona della valle delle cartiere di Toscolano Maderno, è riconosciuta anche dalla Regione Lombardia attraverso l’omonimo Ecomuseo;

la redditività dello stabilimento di Toscolano Maderno è tra le più virtuose di tutto il gruppo e più in generale Burgo Group non ha generato nel primo semestre 2010 nessun tipo di allarme quanto ai conti, come si evince anche dalla relazione semestrale gennaio-giugno 2010 la quale evidenzia un miglioramento dei dati di bilancio rispetto allo stesso periodo 2009, sia per quanto riguarda il margine operativo lordo sia per quanto concerne l’indebitamento finanziario;

risulta del tutto evidente che la chiusura di una delle due linee di produzione determinerebbe automaticamente un grave rischio anche per l’altra linea in ragione dei costi fissi, mettendo a repentaglio anche gli altri duecento posti di lavoro;

la posizione sul lago di Garda dello stabilimento di Toscolano Maderno, in un sito molto appetibile dal punto di vista urbanistico, sollecita preoccupanti considerazioni circa l’operazione speculativa che potrebbe essere perseguita alla luce di tale scelta industriale;

nell’incontro tenutosi recentemente a Vicenza tra impresa e organizzazioni dei lavoratori è emerso che, nel caso di chiusura della linea di produzione di Toscolano Maderno, potrebbero entrare in crisi altri siti produttivi, generando così un’inaccettabile contrapposizione fra i lavoratori dei vari stabilimenti;

tra le soluzioni proposte dalle organizzazioni sindacali vi è quella di riconvertire la produzione della macchina 11 da carta comune ad altra tipologia;

viste le caratteristiche tecniche dell’impianto questo è possibile;

le istituzioni pubbliche, al fine di una soluzione positiva della vicenda, possono assumere un ruolo rilevante;

i sottoscritti interrogano il sig. Ministro per sapere:

quali azioni il Ministro intenda intraprendere alla luce di quanto sopra esposto;

se non ritenga utile convocare rapidamente un tavolo che coinvolga la proprietà, i rappresentanti dei lavoratori, nonché le istituzioni locali;
se non reputi doveroso assumere una concreta iniziativa affinché si trovi una soluzione condivisa che garantisca attività produttive e posti di lavoro a tranquillità delle maestranze e delle loro famiglie.

on. Pierangelo Ferrari
on. Paolo Corsini


Brescia, 20 ottobre 2010

Vessillo di Legambiente rimosso: il Pd adesso chiede spiegazioni

PUBBLICHIAMO L'ULTIMO ARTICOLO DEL BRESCIAOGGI SULLA QUESTIONE DELLA BANDIERA DI LEGAMBIENTE RIMOSSA DALLE SCUOLE DI SIRMIONE, RINGRAZIAMO PER LA PUBBLICAZIONE.

Non si spegne a Sirmione l'eco della rimozione ad opera dei Carabinieri della bandiera di Legambiente dalla scuola media della cittadina termale.
Dopo l'intervento del Comitato Tutela Punta Grò sull'increscioso episodio, oggi è il turno del Pd del Garda che, con un comunicato, si chiede come mai «non siano state finora fornite risposte agli interrogativi contenuti nel comunicato del comitato e di Legambiente che avevano organizzato la giornata dedicata all'ambiente nelle scuole locali». «Ci aspettavamo che il Prefetto affermasse che vi era stato un fraintendimento, che la bandiera di Legambiente - prosegue il Pd - non poteva essere equiparata a quella di un partito o di un movimento politico, che non era e che non poteva essere un problema di ordine pubblico».
CONTINUA IL PD: «ci aspettavamo poi che l'Arma affermasse che i militari avevano obbedito ad un ordine, evitando isolate iniziative che possono portare solo all'inutile amplificazione di fatti che non devono essere ricondotti alla contrapposizione politica». Concludendo, il Pd gardesano fa notare che non vi è stato «un altrettanto tempestivo intervento da parte delle istituzioni nel caso della scuola di Adro, ovvero lungo le strade della nostra provincia dove campeggiano indisturbati simboli e scritte che inneggiano ad un preciso partito politico». Infine, si chiede chi «mai abbia alzato il telefono e ottenuto l'immediato invio dei carabinieri sirmionesi per rimuovere il simbolo dell'associazione ambientalista». M.TOS.

lunedì 1 novembre 2010

Rimosso il cigno di Legambiente dalla scuola

Nostro malgrado dobbiamo tornare sulla paradossale vicenda che il 25 ottobre u.s. ha visto i Carabinieri intervenire per far rimuovere la bandierina di “LegaAmbiente” dal cancello delle scuole medie di Sirmione, dove alcuni studenti l’avevano lasciata al termine della mattinata dedicata alla pulizia delle spiagge della penisola, nell’ambito del percorso didattico di educazione ambientale, concordato e pianificato con l’Autorità scolastica. Tra l’altro tale iniziativa ambientale è ormai consolidata da anni non solo a Sirmione e ha come scopo quello di diffondere tra i ragazzi il valore costituzionalmente garantito della tutela dell’ambiente. Come si ricorderà, la stampa locale ha scritto che su sollecitazione del Prefetto di Brescia, i Carabinieri di Sirmione si erano presentati in divisa e in orario di lezione dal Preside della Scuole medie “Trebeschi”, ordinando l’immediata rimozione del vessillo di “Lega Ambiente”.

Dicevamo nostro malgrado, perché ci aspettavamo che venissero date dalle risposte agli interrogativi contenuti nel comunicato stampa di una delle associazioni che aveva organizzato la giornata dedicata all’ambiente. Ci aspettavamo che il Prefetto affermasse che vi era stato un fraintendimento, che la bandierina di “Lega Ambiente” non poteva essere equiparata a quella di un partito o di un movimento politico, che non era e non poteva essere un problema di ordine e sicurezza pubblica, che lo Stato ha altri strumenti per intervenire in simili situazioni, magari attraverso il competente Provveditorato agli Studi.

Da chi rappresenta a così alti livelli lo Stato ci si aspetta maggiore attenzione alle forme, una maggiore capacità di riconoscere i problemi e affrontarli senza eccessi.
Ci aspettavamo poi che l’Arma dei Carabinieri affermasse che i militari avevano obbedito ad un ordine, ma con eccessivo zelo e visto il momento di particolare tensione sociale fossero state diramate le opportune indicazioni operative, evitando isolate iniziative, che possono portare solo all’inutile amplificazione e quindi alla strumentalizzazione di fatti che non devono essere ricondotti alla contrapposizione politica.

Anche perché, di fronte al serbato silenzio delle istituzioni, non possiamo non chiederci come mai, in altre, non vi sia stato un altrettanto tempestivo intervento da parte del Prefetto e della forza pubblica, quando era evidente il persistente uso di simboli politici al di fuori degli spazi consentiti. La brutta pagina delle scuole di Adro deve essere ancora chiusa e molti dei 700 soli delle alpi sono ancora lì, in quell’occasione non vi è stato un tempestivo intervento da parte delle istituzioni. Vorremmo inoltre sapere come mai lungo le strade della nostra Provincia continuano a campeggiare indisturbati simboli e scritte che non solo inneggiano ad un preciso partito politico, ma addirittura integrano la segnaletica stradale stabilendo l’appartenenza dei Comuni alla “Repubblica del Nord”. Il Prefetto forse ritiene che è meglio che gli studenti si riconoscano nella “Repubblica del Nord” e non in uno Stato che riconosce e tutela il valore dell’ambiente? Inoltre, siccome stentiamo a credere che quella mattina il Prefetto in persona sia passato davanti alle scuole medie di Sirmione, vorremmo sapere chi abbia mai potuto alzare il telefono ed ottenere l’immediato invio della forza pubblica. Per questo, con non poca preoccupazione ci chiediamo che cosa succederà in occasione della prossima manifestazione studentesca, quando potrebbe balenare a qualcuno l’idea di affiggere una bandiera della pace, quale sarà il criterio discriminante tra ideologia e civiltà? L’unico rammarico è che non si sia trattato di una rivisitazione della fiaba di Pinocchio, dove i gendarmi col pennacchio correvano dietro agli scolari indisciplinati anziché al “Gatto e alla Volpe”.

Il Partito Democratico Gardesano esprime quindi la massima solidarietà a “Legambiente” e al “Comitato per la Tutela di Punta Grò e Territorio di Sirmione”, nonché alla scuola media Trebeschi di Sirmione auspicando per il futuro un crescente impegno verso i giovani, proseguendo i progetti di formazione sostenuti tra l’altro anche dal Comune di Sirmione.

Ogni generazione è cresciuta riconoscendosi nei valori socializzanti, fa parte del percorso della crescita, nel mondo di oggi attraversato dai cambiamenti climatici provocati dall’impatto dell’uomo sulla terra, non possiamo che provare un senso di soddisfazione quando dei ragazzi, cittadini di domani, manifestano con orgoglio il proprio affetto verso la natura e la salvaguardia del proprio territorio.