mercoledì 20 luglio 2011

Il modello europeo

(documento approvato all'unanimità dalla direzione nazionale del pd)

E' in corso in Italia una clamorosa mobilitazione sui cosiddetti costi della politica. Il fermento è causato in larga parte dall’incapacità dimostrata nel corso degli anni da parte della classe politica di dare le risposte giuste al momento adeguato e soprattutto di garantire trasparenza ed efficienza; bisogna offrire immediatamente soluzioni convincenti, che non rincorrano le spinte sempre più forti verso l’antipolitica ma che al tempo stesso forniscano risposte chiare e immediate; i criteri corretti per riavvicinare rappresentanti e rappresentati sono sostanzialmente tre:

1 riduzione dei costi non utili al buon funzionamento delle istituzioni, 
2 razionalità dei tagli
3 trasparenza nell’assegnazione e gestione dei fondi.

In questo contesto è inutile ricorrere a tagli lineari che, se soddisferebbero forse per qualche giorno l’opinione pubblica, non risolverebbero il problema alla radice. Al di la delle numerose semplificazioni che circolano - tanto nel dibattito pubblico che nelle proposte politiche - è necessario introdurre meccanismi sistematici che dimostrino al cittadino come il denaro ‘investito’ nella politica sia utilizzato per lo scopo assegnato, gestito correttamente e debitamente controllato; questi criteri devono informare la vita ed il funzionamento del luogo principe della rappresentanza democratica e dell’azione politica: il Parlamento; all’interno di un progetto integrale di Maastricht della politica va considerato che il regolamento del Parlamento europeo è già espressione di una media comparata tra i Parlamenti dei 27 Stati membri e garantisce una verifica effettiva dell’uso delle risorse assegnate maggiore trasparenza e migliori controlli;

ciò premesso, la direzione nazionale del Pd impegna i gruppi PD di Camera e Senato :

a chiedere l’applicazione integrale a Camera e Senato del regolamento del Parlamento europeo relativo ai trattamenti (in particolare a stipendi, indennità e rimborsi); in particolare, a introdurre anche per il Parlamento italiano il cosiddetto modello europeo nella gestione del ‘fondo per le spese del rapporto eletto/elettore’. In tal modo è possibile ottenere immediatamente un risparmio ingente, trasparenza sull’utilizzo dei fondi, chiarezza sulla natura dei rapporti lavorativi fra deputato e collaboratore;
inoltre a inserire nel computo per l’assegnazione della diaria anche le presenze nelle
commissioni parlamentari e non solo in aula durante le votazioni.

Firmatari:
- Sandro Gozi
- Giovanni Bachelet
- Jean Leonard Touadi
- Anna Paola Concia
- Ivan Scalfarotto
- Felice Casson
- Ignazio Marino
- Rosa Villecco Calipari
- Michele Meta
- Marta Leonori
- Daniela Lastri
- Vittoria Franco
- Marco Paciotti
- Francesco De Angelis
- Graziano Milia

domenica 17 luglio 2011

DESENZANO d.G. la festa democratica si avvia al gran finale

La festa democratica di Desenzano del Garda si avvia al gran finale di Lunedì 18 con il concerto tributo ai Nomadi del gruppo "MA NOI NO", al termine del concerto una sorpresa per tutti!

Le foto della festa le trovi sul profilo di facebook qui 

...e se sei Desenzanese, alla festa puoi anche firmare contro il progetto che stravolgerà il lungo lago verso il Desenzanino, facendo sparire la storica spiaggia Feltrinelli. 

Ti aspettiamo!

giovedì 14 luglio 2011

DESENZANO ELEZIONI 2012, il Pd annuncia le primarie

Il Pd sceglierà il candidato sindaco di Desenzano attraverso le primarie. E ha già due nomi in campo, quelli dell'ex sindaco Fiorenzo Pienazza e di Rosa Leso. Ad annunciarlo – in anteprima a Bsnews.it – è il segretario provinciale del partito Pietro Bisinella. Una notizia che verrà ufficializzata già in serata, dopo le 20.30, quando alla festa gardesana dei democratici interverranno Enrico Letta e il capogruppo in Regione Luca Gaburri. "In vista delle elezioni del prossimo anno", chiarisce Bisinella, "noi offriamo ai desenzanesi questi due nomi e indichiamo con convinzione la via delle primarie: se poi altre forze politiche vorranno unirsi a noi, condividendo il programma e presentando i loro candidati, saranno bene accette". Un metodo potrebbe estendersi anche ad altri Comuni chiamati al voto il prossimo anno (Darfo e Rovato i più significativi), "compresi – precisa il segretario - quelli con meno di 15mila abitanti".

Ma anche per la Loggia il percorso è già definito. "Prima di pensare ai nomi", chiarisce Bisinella, "dobbiamo definire un progetto serio, senza perderci in chiacchiere inutili. Un primo passo è già stato fatto. A settembre, quindi, apriremo ufficialmente il confronto e al tavolo inviteremo tutti: da Rifondazione fino all'Udc e al Fli. Saranno loro, poi, a dirci se vogliono condividere con noi la strada e i contenuti. Una volta chiarita la coalizione, infine, i cittadini sceglieranno il candidato migliore attraverso le primarie". Più complicata, invece, la questione delle primarie per il parlamento, invocate da Riccardo Frati in un'intervista a Bsnews.it. "Io sono assolutamente a favore", chiarisce il segretario, "ma al momento non esistono regole precise al riguardo e comunque credo che la questione verrà risolta presto a livello nazionale, con la conferenza organizzativa già convocata da Bersani. Ma il vero problema", conclude Bisinella, "è quello della legge elettorale, perché se vogliamo avvicinare la politica ai territori dobbiamo tornare alla preferenza, come già avviene – per esempio – per le elezioni regionali".

Infine, il segretario del Pd – commentando quanto detto dal suo vice al sito – sottolinea di condividere la necessità di un forte ricambio generazionale nel partito. "Il segretario organizzativo che ho scelto", precisa, "ha 26 anni e il più 'vecchio' dei miei collaboratori 36. Quello del ricambio della classe dirigente è un problema da affrontare con assoluta serietà, anche se non amo le modalità con cui pongono la questione i rottamatori come Renzi. La verità", conclude, "è che serve un nuovo modo di fare politica e che dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, altrimenti il Pd – come le altre forze – verrà letteralmente spazzato via dagli elettori".

fonte bsnews.it

DESENZANO lettera aperta ai cittadini, salviamo il nostro territorio

il Consiglio Comunale del 7 luglio 2011, con i soli voti dei consiglieri di centrodestra Anelli, Bernardini, Benedetti, Carretta, D’Arconte, Frosi, Malinverni, Maiolo, Merici, Mesar, Piona e con l’astensione dei consiglieri della Lega Formentini e Polloni ha adottato due grandi trasformazioni del nostro territorio agricolo e la cementificazione del nostro lago. Queste scelte urbanistiche avventate sono state giustificate con la necessità di opere pubbliche indispensabili (una nuova scuola elementare, il lungolago di Desenzano), al di fuori di qualsiasi programmazione urbanistica.

NOI SIAMO FERMAMENTE CONTRARI A TALE DECISIONE E SI E’ OPPOSTO CON NOI ANCHE IL CONSIGLIERE PAOLO BARZIZA.

VORREMMO RICORDARE:
AL SIGNOR SINDACO che i cittadini nel 2007 l’ hanno votato sulla base di un programma che esprimeva la volontà di non consumare ulteriore territorio, che intendeva valorizzare l’entroterra ed il suo peculiare paesaggio, che riteneva doveroso recuperare l’esistente. NIENTE DI TUTTO QUESTO E’ STATO FATTO, ANZI CON I NUOVI PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO (PII) ADOTTATI AVREMO 86.000 METRI CUBI DI FABBRICATI UTILIZZANDO 157.000 METRI QUADRATI DI AREA AGRICOLA

ALL’ASSESSORE GIARDINO che questa amministrazione, paralizzata dalle beghe interne ai suoi componenti, non ha una visione generale della città (4 anni per arrivare, forse, ad una bozza di proposta di PGT!), né una consapevolezza dell’impatto ambientale delle trasformazioni territoriali, utilizzando in modo improprio i Programmi Integrati di Intervento. Dopo aver completato buona parte delle aree intercluse nell’abitato, è tempo di puntare esclusivamente sul recupero dei volumi esistenti

AI CONSIGLIERI DI CENTRODESTRA CHE SI AMMINISTRA UNA CITTA’ PER E CON TUTTI I SUOI CITTADINI. Mai a memoria di Desenzanesi si è assistito alla militarizzazione di un consiglio comunale, dovuta ad una strategia di tensione creata ad arte per impedire la democratica e pacifica partecipazione di cittadini che nonostante raccolte firme e centinaia di lettere non hanno ricevuto alcuna risposta. Il centrodestra si trincera dietro la “risicata” forza numerica, nella logica che chi ha i numeri fa quel che gli piace e vuole, senza alcun confronto non solo con l’opposizione, ma neppure coi cittadini. La maggioranza è logorata da continue beghe interne, basti pensare ai molteplici rinvii di consigli comunali o commissioni per mancanza di numero legale; è una maggioranza diversa da quella uscita dal voto amministrativo; è una maggioranza che dimostra ogni giorno di non saper governare la città.

SIAMO CONTRARI


AL PII GREZZE : quasi 200 appartamenti di edilizia libera al posto di 81.000 mq di campagna, in cambio di una scuola elementare, necessaria ma non urgente, collocata in una zona umida che il PRG salvaguarda, assai decentrata rispetto al quartiere, tra la tangenziale e una nuova strada di ingresso a Desenzano che porterà ulteriore traffico.

AL PII DELLE TASSERE: circa 150 appartamenti di edilizia libera al posto di 76.500 mq di campagna, in cambio di un nuovo lungolago a Desenzano, 700 m per una spesa di 5 milioni di euro. Un’opera di riempimento a lago, con piattaforme che escono fino a 35 metri, stravolgendo l’attuale linea di costa ed eliminando spiaggette storiche. Non è così che si rilancia il turismo e si risolve il problema del lungolago, che è dato dalla presenza della strada!

AL PII COLOMBARE DI CASTIGLIONE: il PRG vigente prevedeva 5300 metri quadri a destinazione artigianale, il PII adottato ne prevede 7.000 di commerciale-direzionale (non ben specificato), tra la strada che porta al Mercatone ed il cavalcavia, dove potranno essere realizzati negozi, di cui non è dato sapere la superficie (un altro piccolo centro commerciale in periferia?). Nessun intervento significativo per la vita degli abitanti del quartiere né alcun intervento di riqualificazione della zona (eppure i residenti avevano chiesto un collegamento ciclo-pedonale con la Chiesa dell’Autostrada e un’area verde).


NOI SIAMO CONTRARI A QUESTO MODO DI PROCEDERE, A ULTERIORE CONSUMO DI TERRITORIO, AD UN’ECONOMIA CHE RUOTI SOLO ATTORNO AL “MATTONE”
CONTINUEREMO QUINDI AD OPPORCI, COINVOLGENDO I CITTADINI NELLE SCELTE CHE LI RIGUARDANO.
PER QUESTO MOTIVO INTENDIAMO PROMUOVERE UNA CAMPAGNA REFERENDARIA CONTRO QUESTE DECISIONI URBANISTICHE

I consiglieri di Centrosinistra
Rodolfo Bertoni,Rosa Leso, Maurizio Maffi, Maria Vittoria Papa, Fiorenzo Pienazza, Giuseppe Savasi, Maurizio Tira

mercoledì 13 luglio 2011

PROVINCIA, Cammarata: «Istituzione fantasma che opera scelte insostenibili»

Il capogruppo dei democratici in Broletto critico sull'astensione del gruppo parlamentare. Cammarata: «Istituzione fantasma che opera scelte insostenibili»

«Siamo critici rispetto all'astensione del Pd in Parlamento sull'abolizione delle Province. Sarebbe stato meglio un voto di rottura, in opposizione ad un governo che sta massacrando tutte le istituzioni e per far ripartire una riflessione seria sul ruolo che questa istituzione dovrà avere in futuro». Così Diego Peli, capogruppo del Partito democratico in Broletto, si è espresso sull'ultima vicenda che ha fatto montare la protesta della base del partito contro i suoi vertici, accusati di voler preservare gli interessi della «casta».
Una presa di posizione che parte dall'esperienza diretta di Peli, che si trova ad operare in una «istituzione a sovranità limitata, dove si agisce solo per delega e senza possibilità di intervento autonomo». Per il capogruppo era necessario votare a favore dell'abolizione, almeno per far tornare d'attualità la discussione sul ruolo delle Province: «O si danno competenze precise oppure così non si può più operare. Attualmente a Brescia è un'istituzione che serve solo a mantenere se stessa e i suoi più di 900 dipendenti, mentre il debito di 500 milioni che affligge i conti del Broletto (e che rende quella Bresciana la Provincia più indebitata d'Italia) causa il blocco totale del bilancio. Come può la Provincia sostenere il turismo Bresciano (che conta quasi cinque milioni di presenze annue) con soli 300 mila euro all'anno?».

Secondo Roberto Cammarata, consigliere provinciale del Pd, la Provincia è «un Dead man walking», un'«istituzione fantasma che opera scelte insostenibili». Ciò che più preoccupa Cammarata non è tanto la crisi economica dell'ente, quanto «il calo di autorevolezza politica. A Brescia avrebbe senso parlare di Provincia, perché il territorio è eterogeneo e ha bisogno di un'attenzione particolare su molti aspetti, ma solo a condizione che l'ente politico abbia un certo peso. Ma senza questo e senza nuove risorse per sostenere il debito, sarebbe meglio abolirlo». Sulla stessa scia il consigliere Laura Parenza, che ha rimarcato «l'incapacità della nostra Provincia di svolgere un ruolo di collante con gli altri enti e le associazioni del territorio. Noi abbiamo un'idea di Provincia che si preoccupa soprattutto di turismo ed agricoltura, mentre quella attuale tralascia tutti gli aspetti fondamentali, dalla tutela del territorio fino ai temi sociali e alla cultura, anch'essa lottizzata dalla Lega Nord. La Provincia di oggi è un'istituzione molto chiusa ed arretrata, non all'altezza delle sfide della società Bresciana».

bresciaoggi/Lunedì 11 Luglio 2011


PER SOSTENERE IL DOCUMENTO DEL PD GARDA CHE CHIEDE UNA POSIZIONE CHIARA SULL’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE, SOTTOSCRIVI LA PETIZIONE ONLINE CHE TROVI QUI. (inserire nel commento il comune di appartenenza e l’eventuale carica, nel motore di ricerca si trova inserendo “documento pd gardesano province”)

martedì 12 luglio 2011

DESENZANO la nuova scuola elementare non sarà a «chilometri zero»

Prima ancora di nascere, la futura scuola elementare delle Grezze, il cui progetto fa parte del piano integrato approvato tra le polemiche dal Consiglio comunale giovedì sera, sta nettamente dividendo Desenzano tra favorevoli e contrari.
INNANZITUTTO si contesta la collocazione, in un'area che adesso è aperta campagna, vicino alla tangenziale, lontana dall'abitato, in posizione periferica rispetto allo stesso quartiere delle Grezze. Attualmente, attorno all'area, non ci sono case nel raggio di circa un chilometro. Per molti genitori e bambini, i tempi di percorrenza si allungherebbero sensibilmente, senza contare che il servizio pedibus non avrebbe facile soluzione.
La scuola, nell'ipotesi per ora sul tavolo, avrebbe cinque sezioni, senza la palestra, al costo preventivato di 5 milioni di euro, con attorno un nuovo futuro insediamento abitativo di quasi 45 mila metri cubi.
Proprio in cambio del permesso di costruire case, i privati finanzierebbero la scuola. E questo per la Giunta comunale è un punto a favore: i soldi li mette il privato.
Ma sulla futura scuola, oltre a interrogativi anche di tipo ambientale (siamo vicini a una zona umida), pende la spada di Damocle di un referendum popolare, ma anche di un suo annullamento per vizi urbanistici e ambientali, di cui hanno parlato i consiglieri comunali Maurizio Tira, Rodolfo Bertoni e Paolo Barziza.
IN CONSIGLIO COMUNALE, Rosa Leso del Pd, ha fatto un discorso di fondo: «C'è di sicuro bisogno di strutture scolastiche a Desenzano - ha detto - ma è sbagliato il metodo con cui si vuole realizzarla. Non è possibile sacrificare altro terreno agricolo, individuando per la scuola una zona assai decentrata, con notevole traffico intorno, senza che passi il bus urbano e a un chilometro e mezzo dalle abitazioni più vicine». [...]

fonte bresciaoggi.it

lunedì 11 luglio 2011

DESENZANO colata di cemento in arrivo grazie al centro-destra

Come anticipato, i due controversi piani edilizi delle Grezze e delle Tassere sono stati approvati poco prima dell'alba di venerdì 8 luglio, al termine di un Consiglio comunale che passerà agli annali per la massiccia presenza delle forze dell'ordine: oltre alla Polizia locale anche quella di Stato, con numerosi agenti in divisa e in borghese, oltre a un drappello di Carabinieri. La Giunta comunale, infatti, alla vigilia temeva contestazioni, In realtà c'è stato solo un ironico applauso dopo l'esito della votazione finale da parte di un gruppo di cittadini, che per un applauso sono stati fatti espellere dalla forza pubblica. Un fatto che a Desenzano ha ben pochi precedenti.

Alta era del resto la posta in gioco: un totale di circa 500 appartamenti da costruire, una nuova scuola (progetto contestato, soprattutto per l'ubicazione lontana dall'abitato), la ristrutturazione del lungolago, con eliminazione della spiaggia Feltrinelli (altro punto molto controverso). L'esito del voto era per altro scontato, perché la maggioranza di centrodestra è riuscita a ritrovare la compattezza e i «numeri»: 11 voti a favore, 8 contrari del centrosinistra e dell'indipendente ex Pdl Paolo Barziza, e l'astensione a sorpresa dei 2 della Lega, hanno determinato l'approvazione del Piano delle Grezze (alle 2.15 del mattino) e del piano integrato delle Tassere (alle 3 di notte), quando già il centrosinistra aveva abbandonato l'aula per protesta, seguito poco dopo da Barziza. Il quale dopo aver argomentato la sua contrarietà ai piani edilizi, è uscito con un'ultima dichiarazione: «Eliminare la spiaggia Feltrinelli - ha detto - sarebbe uno dei più gravi sfregi che Desenzano abbia mai subito».
Ma su entrambi i piani approvati pende una doppia spada di Damocle per presunti vizi di legittimità e di tipo urbanistico, come hanno sottolineato Tira e Bertoni (centrosinistra) e Barziza (indipendente), senza contare inoltre i referendum popolari che il centrosinistra e la Lega hanno già preannunciato di indire.
Soddisfatto invece l'assessore all'Urbanistica Tommaso Giardino: «Sono sereno e voglio esprimere la mia piena soddisfazione per il risultato raggiunto, che ci consente di concretizzare un lavoro durato due anni ed offrire così alla città una scuola, la riqualificazione di un'area dismessa, la sistemazione e l'abbellimento del lungolago».

di Maurizio Toscano, Fonte: Bresciaoggi.it

Province ed astensione: un grave errore.

La Camera ha bocciato l’abolizione delle province, determinante l’astensione del Partito Democratico. I voti contrari sono stati 225, quelli a favore dell’abolizione 83, gli astenuti sono stati 240.

I sottoscritti (coordinatori di circolo, iscritti ed elettori pd) voglio esprimere con questo  documento un giudizio negativo rispetto la posizione assunta dal partito. Quanto accaduto è stato grave, si parla infatti di una proposta che vaga da 51 anni e riteniamo le motivazioni addotte dal gruppo dirigente poco esaustive. I nostri deputati avrebbero infatti avuto tutto il tempo di riflettere e modulare le norme integrative, perché la legge in discussione era una legge costituzionale che quindi avrebbe previsto più passaggi in aula. C'era il tempo di immaginare cosa inserire. In termini economici significava risparmiare 13 miliardi di euro,una operazione necessaria per contrastare da subito una manovra di tagli in settori strategici, che solo nella sanità ammontano a 7,5 miliardi di euro.
Dovevamo dire un sì o un no chiaro, ricorrendo anche ad una consultazione tra gli iscritti se necessario. Ridurre i costi della politica significa anche intervenire su tutti i livelli dell'amministrazione e semplificare il sistema delle autonomie locali. Le province rappresentano un duplicato di spese della politica e i loro compiti potrebbero essere affidati a grandi aree metropolitane, in grado di lavorare in rete.

Perché non favorire la cooperazione fra comuni su un’ampia gamma di politiche locali (ambientali, sociali, economiche, culturali, infrastrutturali) con l'obiettivo di fare dei territori omogenei spazi di opportunità davvero operativo? La strada da seguire non è la rimodulazione di enti inutili, ma la razionalizzazione del bilancio dello Stato attraverso l'eliminazione di quei livelli di amministrazione pubblica locale di cui si può fare a meno senza inficiare la qualità dei servizi.

Questi comportamenti poco chiari, in particolare su temi che hanno assunto un carattere simbolico nella società italiana, risultano macigni sulla schiena di chi tutti i giorni vive il partito democratico sul territorio e ci “rimandano al via”, perdendo la strada conquistata con l’ultima battaglia referendaria. Poniamo l’accento proprio su quest’ultima per ricordare che il nostro PD non fu chiaro nemmeno sul tema dell’acqua pubblica all’inizio. Noi, Democratici Gardesani, ci esprimemmo a favore dei quesiti refendari sin dall’inizio, raccogliendo le firme e spendendo risorse insieme alle associazioni, ai comitati e alle altre forze politiche d’opposizione, mov. 5 stelle compreso. La dirigenza nazionale solo all’ultimo mise il cappello al referendum, cavalcando l’onda del cosiddetto civismo.

Oggi ci saremmo aspettati più coraggio, per non dover ritrovarci davanti ad un film già visto. Siamo stanchi di vedere il nostro grande partito a rimorchio di altri, é ora di prendere le nostre proposte politiche e portarle con forza al centro del dibattito pubblico (come ha fatto Di Pietro con la sua azzoppata proposta).

primi firmatari:
Andrea Volpi, coord.pd garda e pd sirmione
Alessandra Lucchini, vice pd garda e coord. pd puegnago
Ilaria Galetti, coord pd toscolano maderno
GianLuigi Baronio, coord pd padenghe
Tecla Gaio, coord pd pozzolengo
Michele Porretti, coord pd gardone riviera
David Vetturi, coord pd San Felice del Benaco


per sottoscrivere il documento visita questo link

venerdì 8 luglio 2011

Manovra: ecco tutte le ricadute bresciane

I primi a scendere in piazza saranno i sindacati dei pensionati. Ma altre categorie sono già allertate, e gli amministratori stanno cercando di capire, calcolatrice alla mano, cosa accadrà nei prossimi mesi. La manovra finanziaria del ministro Tremonti, ormai pubblicata in Gazzetta Ufficiale, agita le acque anche a Brescia.

PENSIONI. Le segreterie di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno indetto una manifestazione per lunedì mattina in prefettura per protestare contro la parte della manovra che riguarda le pensioni. Che blocca, cioè, per il biennio 2012-2013, la rivalutazione sopra i 2.380 euro lordi e laa bbassa al 45 per cento tra i 1.428 e i 2.380 euro. Soltanto le pensioni Inps su cui potrebbe calare la scure in provincia sono oltre 35mila (il 12%), a cui si aggiungono quelle che fanno capo agli altri istituti previdenziali. È vero che le fasce più basse sono indicizzate al 100 per cento ma - sottolinea la segretaria Fp Cgil Brescia Donatella Cagna - «il punto è la modalità con la quale il governo opera: i tagli colpiscono sempre le stesse persone». Considerando la somma al netto delle tasse è evidente, per Cagna, che «si tocca la fascia centrale dei lavoratori, che magari devono pure mantenere i figli precari o disoccupati». Qualche speranza potrebbe arrivare da un emendamento allo studio che limita il blocco delle rivalutazioni alla somma sopra i 2.380 euro, risparmiando la classe media.

PUBBLICO IMPIEGO. Preoccupazione anche per le norme che estendono dal 2013 al 2014 gli aumenti salariali e allungano di un anno lo stop del turnover. Norme che a Brescia interessano oltre 36mila statali, di cui 16.367 della scuola. «I lavoratori pubblici non hanno un contratto dal 2009 - sottolinea ancora Cagna - per cui valutiamo che alla fine del periodo sarà persa una somma intorno ai 4mila euro». Va anche peggio agli scolastici che, a causa del blocco pregresso degli scatti di anzianità, potrebbero avere una perdita (fonte Flc Cgil) di 200 - 250 euro lordi al mese. «Lo stop delle assunzioni - prosegue la segretaria Cgil - andrà a discapito degli uffici statali i cui organici, soprattutto nel Bresciano, sono già risicati».

ENTI LOCALI. Sono ancora allo studio delle Amministrazioni della provincia le ricadute dei tagli agli enti locali che dovrebbero ammontare nel Paese, tra il 2013 e il 2014, a 9,6 miliardi. Se in Loggia il sindaco Adriano Paroli non si sbilancia, il vice Fabio Rolfi, membro del comitato esecutivo Anci Lombardia annuncia che parteciperà lunedì pomeriggio ad una riunione convocata dall'associazione per capire le ricadute della manovra.

SUPERBOLLO. I proprietari delle automobili «potenti», sopra i 225 kiloWatt (306 cavalli di potenza), dovranno d'ora in poi pagare un superbollo che corrisponde a 10 euro per ogni kiloWatt eccedente. In provincia, secondo il ministero dei Trasporti, i veicoli che saranno «supertassati» sono 4.379.

TICKET. Sarà in vigore dal 1 gennaio 2012, se non sarà trovata altra copertura finanziaria, l'introduzione dei ticket da 10 euro per le visite specialistiche e diagnostica, che si aggiungeranno a quelli esistenti in Lombardia (per un massimo di 36 euro). Soltanto il Civile eroga, per dare una dimensione dell'intervento, 5milioni e 106mila prestazioni di questo tipo all'anno. «Il ticket si ripercuoterà sulle fasce deboli - avvisa Marisa Clementoni Tretti del Movimento diritti del malato - in un contesto in cui già riceviamo tante lamentele per i costi della sanità».

fonte bresciaoggi.it, di Natalia Danesi