mercoledì 29 giugno 2011

DESENZANO Lite e spari al ristorante uccide il lavapiatti 19enne

Un diciannovenne freddato subito dopo essersi licenziato: un giovane marocchino, da sei anni in Italia e in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, riverso senza vita sul tappeto della veranda del Gattopardo, il ristorante del lungolago Cesare Battisti di Desenzano proprio accanto alla banca rapinata la scorsa settimana. Cinque colpi, forse sei, che Gioacchino Farruggio, padre del titolare del locale, ha sparato dopo aver ricevuto la visita del giovane marocchino e di V.D.G, 41 anni (la polizia ha preferito non rendere noto le generalità complete della donna), consulente del lavoro che doveva curare la cessazione del rapporto tra le due parti.
PER IMAD El Kaalouli non c'è stato nulla da fare: il lavoro dei soccorritori, gli occhi carichi di speranza mista ad angoscia dei bagnanti attirati dagli spari e assiepati a una ventina di metri dal corpo del nordafricano, non sono bastati per consentirgli di vincere la battaglia con la morte. Il giovane, da cinque mesi lavapiatti nel ristorante desenzanese, ha cessato di vivere attorno alle 17 quando il suo cuore ha ceduto definitivamente all'emorragia provocata dai proiettili esplosi da una calibro 7.65 illegalmente detenuta dall'omicida, un uomo di 46 anni appena compiuti e padre del titolare dell'esercizio pubblico, Giuseppe Farruggio.
La tragedia che ha scosso Desenzano in un tradizionale pomeriggio estivo è andata in scena attorno alle 16.15: Imaad, lavapiatti del ristorante, ha un colloquio con Gioacchino Farruggio per definire la cessazione del proprio rapporto di lavoro. A quanto pare il ragazzo straniero avrebbe chiesto quanto gli spettava rimarcando la sua volontà di smettere di lavorare alla fine del mese, in piena stagione estiva.
Al tavolo, oltre al 46enne siciliano, c'era anche la consulente del lavoro, necessaria per espletare le pratiche tecniche delle dimissioni. Seduti in un tavolo all'interno, i tre parlano, gli animi si scaldano e non è dato sapere se l'accordo venga raggiunto.
Ad un certo punto la svolta, violenta e tragica: Imaad si alza, accanto a lui la consulente, con l'intenzione di andare verso il suo motorino beige parcheggiato in strada, fronte lago. Qualche ora di riposo, forse proprio in spiaggia, prima di rimettersi al lavoro per il servizio serale. Improvvisamente, tra l'interno e l'esterno del Gattopardo, vengono esplosi cinque, forse sei, colpi di pistola che raggiungono il diciannovenne alla schiena facendolo crollare all'esterno, sotto la veranda che protegge i tavolini dal sole. Un colpo, di rimbalzo, ferisce lievemente la consulente del lavoro che in seguito sarà trasportata all'ospedale di Desenzano con una ferita non grave. Per Imaad El Kaalouli invece i sogni di una vita italiana svaniscono in un convulso tentativo di rianimazione.

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