martedì 25 gennaio 2011

LONATO, bocciato il maxi centro ippico

Arriva una bocciatura, non definitiva ma sostanziale, per il progetto di un grande Centro ippico con annessa struttura alberghiera e fitness che due società vogliono realizzare in Val Sorda a Sedena, su un appezzamento di quasi 26 ettari.
Questo sonoro «no» è il risultato della prima conferenza dei servizi, alla luce delle osservazioni e «criticità» espresse dalle diverse Autorità presenti al tavolo tecnico. Pertanto prima della conferenza finale è stato stabilita la necessità di un incontro preliminare con la Soprintendenza, per analizzare proposte alternative e un sopralluogo sull'area.
LA SOPRINTENDENZA ritiene comunque l'albergo non compatibile con il paesaggio e il decreto di tutela esistente «anche solo per quanto attiene all'impatto visivo (senza tralasciare la profonda ferita fisica che verrebbe operata nel fronte collinare e alla perdita definitiva di tutti quei segni di modellamento operati dalle precedenti generazioni sulla stessa). Si sottolinea la necessità di percorrere pertanto nuove scelte progettuali, esprimendo in termini propositivi l'opportunità di verificare l'esistenza di un tessuto esistente nelle vicinanze da recuperare come albergo diffuso, molto apprezzato in altre zone d'Italia. In questo modo si otterrebbe il duplice risultato di non modificare drasticamente il paesaggio e di recuperare l'esistente».
Anche per quanto riguarda le strutture del centro ippico rimangono forti criticità su dimensioni, quantità e contesto paesaggistico. L'Arpa pone chiede una valutazione del clima acustico esistente e previsto, sui reflui zootecnici, sugli sbancamenti e il recupero delle rocce e terre da scavo.
A fine settimana si riunirà a Sedena il comitato «Amici della Val Sorda» per valutare i prossimi passi da compiere dopo questa conferenza dei servizi, che conferma i dubbi e le perplessità espresse.
Soddisfazione di Daniela Carassai, consigliere comunale per «Viviamo Lonato» e attiva protagonista del Comitato Amici della Val Sorda che lamenta anche «il non invito alla conferenza per gli oltre 90 soggetti del settore pubblico,come associazioni e circoli cultuali,del commercio e dell'artigianato, come invece era previsto».

fonte bresciaoggi.it

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