lunedì 24 gennaio 2011

SALO' i cinque ribelli sfidanoil Sindaco

I cinque consiglieri comunali usciti dalla maggioranza per creare un gruppo misto (Alberto Colombo, Gabriele Cominotti, Alberto Pelizzari, Aldo Silvestri e Sergio Vassallo) hanno inviato una lettera aperta ai cittadini sull'attuale «crisi» politica di Salò.
Dopo avere ripercorso i fatti dall'elezione del sindaco Barbara Botti del giugno 2009, i cinque «dissidenti» ricordano che «l'attuale amministrazione può contare oggi su soli 9 consiglieri su un totale di 21, insufficienti per governare, a meno di accordi, in completo sfregio dei programmi presentati, con i gruppi di minoranza o di assenze strategiche».
L'AFFONDO vuole «stanare» il sindaco: «Riteniamo fondamentale che il sindaco Barbara Botti comunichi e illustri pubblicamente con quale maggioranza, quali persone e quali programmi intende proseguire».
Sul consiglio del 9 dicembre, sospeso e non più riconvocato: «Si è interrotta unilateralmente la seduta, non mettendo in discussione e approvazione la proroga dal 1 gennaio 2011 del contratto per la gestione dei servizi di igiene urbana e di smaltimento dei rifiuti, a cui si è dovuto porre rimedio con un'ordinanza urgente, cui ci riserviamo di valutare la validità, allo scopo di evitare il rischio che il Garda Uno non raccogliesse più i rifiuti».
E sul bilancio preventivo: «Da mesi il sindaco Botti e i suoi assessori non discutono su nessun provvedimento. Il bilancio, atto fondamentale per programmare tutte le azioni del comune, è ancora avvolto nel mistero. Non sappiamo come sia articolato e dove siano destinate le risorse».
Sulla Tavina: «La proprietà si era impegnata a salvaguardare i posti di lavoro costruendo la nuova fabbrica in territorio di Salò (a Cunettone) e a recuperare l'attuale area industriale, realizzando un grande albergo, oltre a residenze con un corretto impatto ambientale. Il tutto a fronte dell'erogazione di cospicue somme di denaro e di importanti opere: ristrutturazione case comunali, recupero del teatro, eccetera. Progetto che noi continuiamo a sostenere».
In chiusura un invito implicito al sindaco: «Noi ci siamo dimessi dagli incarichi, mentre il sindaco e i suoi amministratori si ostinano a voler occupare le poltrone».

fonte bresciaoggi.it

Nessun commento:

Posta un commento