lunedì 5 dicembre 2011

Il futuro delle scuole gardesane

Gli ultimi regali della Gelmini: ancora tagli alle Scuole, la situazione sul Garda. 

Tra le manovre del Governo della scorsa estate il ministro (ex) Gelmini ha previsto l’ennesimo taglio al sistema scolastico, che si traduce in un accorpamento di Scuole per risparmiare su Dirigenti, Segretari e personale non docente, prescindere da ogni valutazione sulle conseguenze per la qualità dei servizi. In un sol colpo è stato raddoppiato il parametro minimo per mantenere l’autonomia delle Istituzioni Scolastiche: dai 500 ai 1000 alunni, prescindere dal numero di Comuni e sedi scolastiche, spesso numerose in territori composti da piccoli Comuni. L’assessore leghista della Provincia di Brescia, Aristide Peli, con la dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, la desenzanese Raimondi, sono partiti subito in quarta, quasi a fare i primi della classe, spingendo i Comuni, il cui parere è obbligatorio, ad esprimersi. E ciò a prescindere dalla raccomandazione dell’Associazione dei Comuni lombarda che invitava a muoversi con prudenza, visto che in Lombardia, tra l’altro, già oggi le Istituzioni Scolastiche contano in media 880 alunni, una quota molto vicina alla nuova soglia dei 1000 studenti.

Nei Comuni del Basso Garda, le Giunte comunali non hanno sentito il dovere di portare il tema alla discussione dei rispettivi Consigli, decidendo senza alcun confronto di andare a costituire due Istituti Comprensivi per la Scuola dell’obbligo (Medie, Elementari e Materne Statali), uno a Desenzano centro e l’altro costituito con i plessi scolastici di Rivoltella, Pozzolengo e Sirmione. Attualmente le Istituzioni erano tre, con una somma di alunni superiore a 3000, quindi senza alcuna necessità di dover tagliare, potendo garantire una dimensione gestionale più adeguata e più vicina ai bisogni di alunni e famiglie. Se a fine anno la Regione Lombardia, a cui compete la decisione finale, confermerà questa scelta, personale scolastico e famiglie si troveranno nel prossimo anno scolastico una Scuola diversa, senza alcun preventivo coinvolgimento.

Medesima la situazione dell’Alto Garda, con le Scuole di Gardone e Salò accorpate in un unico Istituto Comprensivo, al posto delle attuali due Istituzioni Scolastiche (Scuole Medie e Direzione Didattica). Sull’alto Garda le Scuole di Toscolano, Gargnano, Tignale, Tremosine e Limone, distribuite in ben 13 plessi scolastici, confluiranno in un unico Istituto! Anche qui non risulta alcun confronto delle Giunte con i rispettivi Consigli comunali.

Diversa la situazione della Valtenesi dove, almeno in alcuni Comuni, il confronto è avvenuto nei Consigli comunali, con conclusioni peraltro diverse, così da portare a congelare la situazione esistente in attesa di una necessaria valutazione più approfondita. Ciò anche in assenza di un ruolo maggiore di sintesi e coordinamento della Provincia, dietro il falso alibi dell’autonomia dei Comuni. Capita ad esempio che il Comune di Calvagese, le cui Scuole attualmente sono aggregate alla Valtenesi, abbia espresso la volontà di aggregarsi a Bedizzole, che ha già le dimensioni per una propria Scuola autonoma; lasciando invece insoluto il problema di Prevalle, con un numero di alunni intorno ai 600, e l’impossibilità di essere aggregata a Gavardo o Nuvolento, che hanno Istituzioni Scolastiche già sovradimensionate. Impensabile unificare le due attuali Istituzioni scolastiche della Valtenesi in un unico Istituto, con oltre 1800 alunni, in continua crescita, vista la crescita demografica dei rispettivi Comuni. Ragionevole la proposta di qualche Comune di costituire una Scuola tra i cinque Comuni che formano attualmente l’Unione dei Comuni della Valtenesi (Manerba, Polpenazze, Moniga, Soiano e Padenghe). Resterebbe però scoperta la situazione di San Felice e Puegnago, che non hanno i numeri per l’autonomia e non possono essere aggregati a Salò,già sovradimensionato.


Il Partito Democratico del Garda, insieme con la Commissione Scuola del PD provinciale, ritiene che sia meglio soprassedere, viste le dimensioni già elevate delle nostre Scuole; ricercare in modo partecipato soluzioni in grado di garantire a studenti, famiglie e personale scolastico le migliori condizioni per una buona Scuola, tenendo conto di una dimensione quantitativa media su base provinciale, con compensazioni tra le singole Scuole, senza vincolarsi alla quota 1000 per singolo Istituto, visto che molte Scuole superano già di gran lunga i parametri numerici.

GianPaolo Comini
circolo pd Salò
e resp.Forum enti locali pdgarda

giovedì 1 dicembre 2011

Inchiesta Brescia – PD: “grave e inquietante ruolo di Rotondaro. Il Presidente di ARPA riferisca in Commissione”

“Il presidente di Arpa Enzo Lucchini, ex consigliere e vicepresidente del Consiglio regionale, appartenente al Pdl, venga urgentemente a riferire in VI Commissione Ambiente in merito agli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Brescia che ha portato all’arresto, tra gli altri, del coordinatore di Arpa Lombardia, Giuseppe Rotondaro”. Lo chiedono i consiglieri del Pd membri della Commissione, Giuseppe Villani, capogruppo, Giuseppe Civati, Arianna Cavicchioli, Giambattista Ferrari e Angelo Costanzo.

“L’arresto di Nicoli Cristiani, già assessore all’Ambiente e poi al Commercio nella Giunta Formigoni e attuale vicepresidente del Consiglio regionale, è un fatto grave su cui Formigoni e il Pdl non possono minimizzare o banalizzare. Così come è altrettanto grave –continuano gli esponenti Pd – il coinvolgimento e l’arresto del coordinatore dell’agenzia regionale che effettua i controlli ambientali in Lombardia a garanzia della salute dei cittadini. Un’agenzia, lo ricordiamo, che negli anni è stata resa sempre meno autonoma da Formigoni. Le ipotesi investigative e le intercettazioni pubblicate dai giornali in merito alle autorizzazioni sulla cava di Cappella Cantone sono inquietanti e di estrema gravità. Per questo – concludono i consiglieri del Partito democratico – chiediamo a Lucchini di venire al più a presto a spiegarci quali sono oggi le garanzie che i controlli effettuati da Arpa siano al di sopra di ogni sospetto”.

dal blog di Arianna Cavicchioli

Prima gli elettori


Berlusconi vuole salvare il porcellum. Le ultime dichiarazioni confermano l'affezione verso un Parlamento di nominati, controllabile e ricattabile. Nell'assemblea del PD Garda di ieri sera è stata approvata una mozione che sostiene la proposta di organizzare primarie per la scelta dei candidati nazionale. Di cosa si tratta?

La raccolta di firme chiede al Partito Democratico di impegnarsi, prima delle prossime elezioni politiche, ad organizzare primarie libere e aperte attraverso le quali tutti gli elettori possano scegliere, nei propri collegi, i prossimi candidati a Camera e Senato, restituendo così ai cittadini la facoltà di decidere da chi venire rappresentati e di partecipare attivamente alla formazione del prossimo Parlamento.

Inoltre chiede al partito, in tempi brevi, di proporre un regolamento da discutere nei circoli, nelle direzioni provinciali e regionali che garantisca il corretto e democratico svolgimento delle primarie.

E' possibile firmare la petizione anche on line qui.


venerdì 11 novembre 2011

Etica e finanza con Enzo Mucchetti a Puegnago

Venerdì 11 novembre alle ore 21.00, a ingresso è libero gratuito, la sala consiliare del Comune di Puegnago del Garda ( P.zza Don Baldo) ospiterà il Vice Direttore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti. Il giornalista economico affronterà il tema “Etica e Finanza Oggi” di cui segue un breve abstract.
Negli ultimi 20-30 anni si è consumata una separazione tra etica e finanza. Si è detto: chi mette assieme etica e finanza è un ipocrita che usa la morale per giustificare posizioni di potere che, se fossero valutate solo sui risultati, non reggerebbero. Per quanti esempi si possano addurre a sostegno di questo assunto, e a Brescia non mancherebbero basti pensare alla storia della Banca San Paolo, la dissoluzione del rapporto tra etica e finanza fa male alla maggioranza delle persone perché porta al più generale divorzio tra etica ed economia, tra etica e politica.

L’idea che gli operatori economici – dall’imprenditore all’operaio, dal banchiere al pubblico funzionario – debbano solo perseguire il proprio interesse nel rispetto della legge e della pur doverosa trasparenza ha generato i mostri della deregulation e della debt economy, con l’appropriazione di quote crescenti di ricchezza da parte della vetta della piramide sociale. Senza un’etica, l’economia di mercato assorbe la legge e perde il senso del suo limite. Un fenomeno questo che emerge nella sempre più pervasiva sostituzione del contratto alla legge laddove il contratto è la composizione degli interessi sulla base dei rapporti di forza tra le parti e la legge è la cristallizzazione normativa delle decisioni della politica. Ma in che cosa consiste una moderna etica nell’economia? Consiste nell’ideale di giustizia come movimento verso la tendenziale eguaglianza delle opportunità di costruirsi una vita il più possibile vicina al proprio sentire. A questo scopo la riduzione delle disguglianze (che non vuol dire salari uguali per tutti) pone le basi per uno sviluppo più equilibrato e sostenibile dell’economia. Dove i consumi (e in questi vanno ricomprese anche la formazione e la cultura) si finanzino prevalentemente con il reddito e non con il debito.

L’incontro viene promosso dalla Associazione “Viva Valtenesi”, con il Patrocinio dell’Unione dei Comuni della Valtenesi e il sostegno della BCC Banca di Bedizzole, Turano e Valvestino. VivaValtenesi è un’associazione senza fini di lucro che intende promuovere una tutela attiva delle risorse e delle comunità del Lago di Garda a partire dai sette comuni adagiati sulla costa bresciana tra Desenzano e Salò. Ha sede a San Felice del Benaco e ha organizzato nel 2010 numerosi incontri e attività volti alla sensibilizzazione delle comunità locali sul valore delle risorse del territorio e l’esigenza di tutelarle in modo attivo.

Per ulteriori informazioni: Roberto Basso: 335 5775311 _ roberto@robertobasso.it

fonte: http://www.ilcorrieredelgarda.info/2011/11/etica-e-finanza-con-enzo-mucchetti-a-puegnago/

lunedì 7 novembre 2011

Primarie di Desenzano del Garda: 1.027 grazie!


E' un autunno caldo quello che stiamo attraversando. La politica nazionale assomiglia alle curve del Blu Tornado di Gardaland, spesso lascia disorientati i cittadini che registrano sempre più la distanza tra il palazzo e la vita reale. Domenica il circolo del Partito Democratico di Desenzano ha aperto le porte ai propri concittadini, ha chiesto loro di scegliere. Sembra una banalità, ma in un Paese di "nominati" solo il PD ha il coraggio e la ferma volontà di ricorre alle primarie, molti chiaccherano e alla fine decidono nelle segrete stanze.

Grazie a tutti i 1027 Desenzanesi che hanno partecipato a questa bella giornata di Democrazia e in bocca al lupo a Rosa Leso che potrà contare sull'appoggio di Fiorenzo e di tutti i Democratici Gardesani.

venerdì 4 novembre 2011

Green Hill: cosa succede?

In questi giorni è tornata alla ribalta la questione di ‘Green Hill’, il famigerato allevamento di cani di razza beagle destinati agli esperimenti di vivisezione che ha sede a Montichiari. Sulla questione non torno, potete leggere i miei post precedenti sull’argomento. Ricordo soltanto che a seguito di un lavoro fatto da me e altri nell’inverno scorso, tutti i gruppi consiliari votarono nel marzo di quest’anno una mozione, presentata dal giovane Bossi, che impegnava la Regione a farsi promotrice di indagini sulle condizioni dell’allevamento, e a sollecitare il Governo a intervenire, visto che, come sancito dalla Corte costituzionale, questi allevamenti sono regolati non dalle normative regionali sui canili, ma dalla legge statale sul randagismo e sugli esperimenti animali.
Da allora più nulla, tant’è che in questi giorni depositeremo una nuova interrogazione per capire se la Giunta regionale ha fatto quello che doveva.
Nel frattempo scopriamo che è invece molto attivo il Ministro Brambilla, la quale promuove in Parlamento una serie di interessanti modifiche alla legge nazionale (che potete leggere qui) nel momento in cui l’Italia deve recepire la Direttiva europea dell’anno scorso sugli esperimenti animali, e qualche giorno dopo, forse fiutando l’argomento ‘caldo’ mediaticamente, manda addirittura un esposto ai Carabinieri di Brescia per sollecitare un’ispezione dei NAS a ‘Green Hill’.La domanda sorge spontanea, come si capisce: ma i controlli che doveva fare Regione Lombardia con gli enti preposti? C’era bisogno che un Ministro allertasse i Carabinieri, con telecamere al seguito, quando disponiamo di ASL, ARPA e via dicendo, e ci eravamo impegnati a utilizzarli?
Ancora una volta l’impressione è che ognuno stia andando per la sua strada: il Ministro Brambilla con la sua associazione ‘La coscienza degli animali’, la lodevole iniziativa parlamentare, che spero abbia successo, e il discutibile esposto ai Carabinieri; la Regione su un’altra strada, ad oggi sconosciuta nonostante il voto del Consiglio di marzo.
Speriamo sia la volta buona per risolvere il problema ‘Green Hill’, e che non sia soltanto una bolla di sapone mediatica!

di Gianbattista Ferrari, cons.reg. pd. fonte

mercoledì 19 ottobre 2011

Sul Garda arriva l’imposta sul turismo

Dal 2012 sul Garda bresciano e veronese arriverà l’imposta sul turismo e la si pagherà per ogni giorno di permanenza. A volerla sono 31 sindaci su 33 (per ora non la prevedono Malcesine e Tremosine) per poter garantire adeguati servizi a ospiti e residenti e, se sarà condivisa dagli albergatori, dovrà essere pagata da chi verrà sul più grande lago nazionale a soggiornare dal 1 aprile al 31 ottobre.

Il confronto tra gli amministratori sull’argomento è in corso da settimane e tutti sono concordi che il gettito dovrà rimanere nelle casse dei Comuni, che hanno deciso di imporla in facoltà del federalismo fiscale degli enti locali e in conseguenza dei tagli ai trasferimenti. A fare da tramite e da appoggio è stata la Comunità del Garda, che, con sede a Gardone Riviera, ha accolto anche i non iscritti, affinché fosse possibile predisporre su tutta la riviera un regolamento unico

“Non siamo orgogliosi, tanto meno felici di mettere una nuova imposta – dice Giorgio Passionelli, sindaco di Torri e vicepresidente della Comunità – ma vista la situazione che si sta delineando i sindaci hanno deciso su quell’unica imposta che non tocca il cittadino”.

L’applicazione varierà a seconda del tipo di struttura in cui si alloggerà: 50 centesimi al giorno per le strutture extra alberghiere (a parte i campeggi a 4 stelle, dove sarà di 80 centesimi) e gli alberghi a 1 e 2 stelle, 1 euro per quelli a 3 e 4 stelle e di 2 euro per i pochi che offrono un servizio a 5 stelle. Varie le esenzioni tra under 13 e disabili.

Considerando che le stime di quest’anno parlano di 11 milioni di presenze sulla sponda veronese e di 7 – 7.5 milioni su quella bresciana, si stima che l’imposta possa valere 10 milioni di euro annui su 31 Comuni. Le cifre potrebbero comunque non essere definitive, perché lunedì ci sarà il confronto con le associazioni di categoria del settore turistico. Poi i singoli municipi dovranno redarre il bilancio di previsione e portare il regolamento in consiglio comunale entro fine anno.

Enrico Grazioli (Il Giorno – Brescia, 18 ottobre 2011)

martedì 18 ottobre 2011

YpBPr…scoprite di che si tratta (di Fabrizio Benzoni-Brescia per Passione)


Nell’attraente contesto di Villa Alba, a Gardone Riviera, si è tenuto oggi YpBPr (Youth Politicians’ Best Practice), convegno che ha voluto riunire giovani amministratori pubblici, con l’obiettivo di formare una rete intorno alle esperienze vissute per permettere di imparare gli uni dagli altri.

L’organizzazione impeccabile di Stefano Ambrosini (consigliere comunale di Gardone Riviera) ha portato a Villa Alba diciotto relatori under 35 di diversi colori politici, che hanno raccontato come ogni giorni si trovano a risolvere i problemi della quotidianità da amministratori.

Giovani amministratori locali che sono ben più di quanti si possa immaginare: il 20% dei 126.000 amministratori presenti in Italia è Under 35, il problema è che la maggioranza degli stessi è stata eletta nei comuni con meno di 5.000 abitanti (il fattore economico in campagna elettorale è evidentemente fondamentale) ma soprattutto non fanno riferimenti ai partiti storici, quanto alle liste civiche.

La maggioranza dei giovani relatori ha respinto il giovanilismo inteso come quote imposte di giovani nei partiti, “gli spazi sappiamo guadagnarceli, a patto di avere le stesse basi di partenza contro i baroni della politica” ha detto Charlie Lynn, Consigliere comunale di Follonica, trentuno anni.

“I giovani non sono più bravi dei meno giovani ma hanno dei fattori in più: tanta passione e voglia di fare, ma soprattutto la capacità di guardare, dialogare e imparare dagli altri. Possiedono inoltre l’innovazione nel proprio DNA, strumento che li aiuta a migliorare e semplificare la gestione delle amministrazioni pubbliche” ha affermato Martina Sassoli, 24enne assessore di Monza.

Più di un intervento ha suggerito come, al contrario di chi siede al parlamento, fare gli amministratori locali non voglia dire appartenere a una casta. Molti hanno ricordato come scompaiano il sabato e la domenica, come si passino le notti a rispondere alle mail dei cittadini dopo che la stretta finanziaria ha tolto le segretarie negli uffici, come non ci siano rimborsi spese per nessuno spostamento, come gli stipendi da sindaco nei piccoli comuni non raggiungano i 900 euro al mese, senza contributi pensionistici, senza poter lavorare esternamente viste le tante cose da fare.

Da qui la necessità di evolversi, di utilizzare la tecnologia come strumento fondamentale per governare, sia per comunicare con i cittadini, sia per migliorare l’efficienza.

Comunicare e far partecipare i cittadini, anche attraverso l’Urban Center, tanto caro alla nostra associazione, diventa fondamentale, come ricorda Emanuele Locci, 31enne consigliere comunale di Alessandria. “All’interno degli Urban Center Partecipazione non vuol dire comunicare scelte prese prima di ufficializzarle, questa è manipolazione” ci tiene a rilevare.

Tanti, poi, coloro che hanno evidenziato le difficoltà che s’incontrano giornalmente nelle pubbliche amministrazioni, per esempio per “l’incapacità di valutare il proprio personale secondo criteri oggettivi di lavoro (KPI) ” come ricorda Alessandro Cattaneo, 31enne sindaco di Pavia, quanto per “stipendi dei dirigenti comunali che superano notevolmente quello del sindaco sebbene le responsabilità siano inferiori” continua. “L’età media dei dipendenti comunali è di cinquantacinque anni, come pretendiamo di fargli usare gli strumenti tecnologici più avanzati senza nemmeno i fondi per la formazione” continua Andrea di Sorte, 28enne ass.re a Bolsena. Bisogna inventarsi e mettercela tutta, per esempio continuando nell’accorpamento dei servizi fra più comuni oppure investendo nell’ambiente, come ha fatto Elisa Deo, sindaco di Galeata classe 1982, creando un impianto fotovoltaico comunale che permette di avere a disposizione 320.000 euro l’anno per sopperire alla mancanza di fondi.

“Dovremo essere una generazione politica che studia sempre di più e che s’informa, al contrario di chi ci ha preceduto” afferma Alessandra Moretti, giovane ass.re a Vicenza.

Il bravo giornalista Gianluigi Nuzzi, moderatore di parte dei gruppi di lavoro, dopo aver sentito l’intervento entusiasta di uno di questi ragazzi dice “La vecchia politica rispetto alla nuova politica, quella che vedo qui, è come la televisione rispetto a internet”. Abbastanza esplicativo direi.

C’è anche chi, come Charlie Lynn, già citato consigliere comunale di Follonica, dice “no ai giovani vecchi, quelli che sono giovani anagraficamente, ma portano avanti gli interessi di chi li ha preceduti e li ha spinti in quel ruolo”. A tal proposito mi viene da associare questa frase all’intervento del giovane Parlamentare PDL Nicola Formichella. Una serie di sue affermazioni hanno fatto borbottare molti tra i presenti in sala, soprattutto quando riferito al popolo viola che ieri ha manifestato a Roma, ha detto :“li vedo lì accampati in via Nazionale, ma io ancora non ho ben capito cosa vogliano”, o quando, dicendo come la politica debba essere strumento per creare sviluppo e fare rete aggiunge: “mi rivolgo soprattutto ai giovani del centro destra in quanto i giovani del centrosinistra sono più chiusi e indottrinati”. Ebbene, a mio avviso questo è un giovane vecchio, rimasto attaccato ai vecchi dogmi. Fortunatamente è stato seguito dall’intervento di un’altra giovanissima del PDL, Lara Comi, europarlamentare, che ha spiegato come in Europa regni il dialogo costruttivo (destra e sinistra fanno squadra), come vi sia un maggior rispetto delle istituzioni, la prassi d’interventi più corti ma ascoltati, commissari europei che se arrivano in ritardo perdono il diritto di parola, tante persone che sono davvero prestate alla politica per passione.

Ha affermato come sia indispensabile “Fare squadra, anche con gli indignati che ha sentito personalmente telefonicamente (e che ritiene possano contenere tanti giovani anche di centro destra) perché la Politica va oltre i colori”. “Quelli incappucciati”, ha ribadito, “non sono né di destra né di sinistra, semplicemente non li definirei nemmeno giovani”.

Togliendomi un piccolo sassolino dalla scarpa, ripeto la battuta a fine delle due relazioni che un giovane ragazzo seduto accanto a me ha detto: “I migliori, evidentemente, li mandano in Europa”.

Ce ne fossero di occasioni di dialogo come questa, per il momento, l’appuntamento con YPBPr organizzato da Stefano Ambrosini, è per il 2012.

di Fabrizio Benzoni
fonte: http://www.lauracastelletti.it/?p=33424

martedì 11 ottobre 2011

Gli amministratori di domani, le buone pratiche di oggi

YPbPr: Youth Politicians’ Best Practice, un evento unico nel suo genere, che verrà organizzato il 16 Ottobre 2011 nella fantastica ed esclusiva cornice di Villa Alba a Gardone Riviera (BS).

L’evento consisterà in un convegno, diviso in quattro sessioni (due mattutine e due pomeridiane), al quale saranno invitati tutti gli amministratori eletti negli oltre 200 comuni della provincia di brescia e attualmente in carica (circa 700 persone).

L’evento è attualmente patrocinato da numerosi comuni della provincia di Brescia (stanno arrivando le adesioni man mano tutti i giorni), e anche da enti sovracomunali (Regione, Provincia, CM).
I relatori saranno di livello nazionale e saranno presenti rappresentanti di organizzazioni riconosciute (Rena, Giovani Industriali , Confartigianato etc).

L’obiettivo della manifestazione sarà quello di “fare rete” fra i giovani amministratori che, nel futuro, saranno la nuova classe dirigente locale e, nel migliore dei casi nazionale e europea.

info su http://www.ypbpr.it

venerdì 23 settembre 2011

Depuratore del lago, tutto da rifare

Ci vorrà un sacco di soldi, un sacco molto grosso: devono starci dentro fra gli 80 e i 100 milioni di euro per la sponda bresciana, e poco meno per quella veneta. Ma bisognerà trovarli assolutamente, e in fretta, perchè il sistema di depurazione del Garda è ormai alle corde e deve essere rifatto quasi completamente.
DOPO TRENT'ANNI e passa, depuratori e tubature sono così vecchi e inadeguati, da rischiare di diventare addirittura pericolosi per l'ecosistema del più grande lago d'Italia.
Se si rompe il depuratore di Peschiera, che succede? Se si spacca anche solo uno dei tubi subacquei, che trasportano reflui da una sponda all'altra, che succede? Non è più tempo di farsi domande, e si prova a passare alla fase operativa.
L'altroieri c'è stato, per la prima volta, un incontro fra l'azienda Garda Uno, la «gemella» veronese Ags, e le Autorità d'àmbito delle due province. Si è deciso lavorare insieme, anzi «in parallelo», sulla fase progettuale e sul reperimento degli ingenti finanziamenti necessari. Ai primi di ottobre seguirà un altro incontro, più operativo.
Per la Riviera bresciana, c'è già un progetto preliminare, e un'analisi dei costi, con questi obiettivi: costruire un nuovo depuratore «bresciano», e rifare completamente il sistema di collettamento, eliminando in particolare le condotte sublacuali. Costruito un depuratore in terra bresciana, non servirebbe più far correre tubi sotto al lago verso l'impianto di Peschiera. Ma c'è di più.
«Il depuratore di Peschiera, progettato 40 anni fa, non basta più per tutto il lago - spiega Franco Richetti, direttore tecnico di Garda Uno -. È tarato su 330mila abitanti, ma in tutti i paesi del lago la popolazione è cresciuta: dovrebbe poterne servire almeno mezzo milione, o d'estate addirittura un milione. Possiamo limitarci a potenziare Peschiera, ammesso che sia potenziabile? Mi sembra improbabile».
C'È BISOGNO di un nuovo depuratore, apposta per la sponda bresciana, Ma dove?
Alcuni possibili siti sono stati già ipotizzati, nell'entroterra del basso Garda. Grossomodo l'area tra Lonato, Calcinato e Montichiari. «Ma è presto per parlare del sito - precisa Garda Uno -: non è deciso dove collocare l'impianto. Ma si arriverà presto anche a questa fase: entro cinque o sei anni, massimo dieci, il nuovo sistema dovrà essere a a regime».
Da rifare, però, c'è anche il sistema dei collettori. In particolare. l'obiettivo è eliminare la condotta sublacuale che attraversa il lago da Maderno a Torri, portando il «grosso» dei reflui bresciani verso Peschiera.
Il presidente di Garda Uno, Mario Bocchio, lancia da mesi appelli molto seri sul pericolo costituito da questo sistema. E Richetti conferma: «È un tubo vecchio di trent'anni, non durerà in eterno. ed è di difficile manutenzione perche corre sui fondali del lago. Ma gli stessi rischi arrivano anche da altre condotte di costa».
Il vertice dell'altroieri ha reso «ufficiali» queste verità Mancano principalmente i soldi. Lo Stato, le Regioni, l'Europa, le banche: bresciani e veronesi stanno bussando a molte porte. Ma almeno la «macchina» si è messa in moto.

di V.R. fonte bresciaoggi.it

domenica 14 agosto 2011

No ai tagli alla navigazione laghi

Desenzano 11/08/2011
Conferenza stampa Navigarda

Presenti i cons. Regionali Luca Gaffuri e Gianni Girelli, Rosa Leso coord. del Circolo pd Desenzanese e Andrea Volpi coord. pdgarda, Cons. provinciale Roberto Cammarata, Giovanna Benini, Angelo Benedetti, Leila Moreschi, Antonella Soccini e...altri amici!

Per una gestione seria della navigazione sul Lago di Garda: turismo, pendolari, tariffe, gestione, tutto da migliorare!





martedì 2 agosto 2011

L'UDC Sirmionese orfano. Il segretario Azzoni passa ai Cristiano Popolari come coordinatore provinciale e sposa il PDL

Luca Azzoni, consigliere comunale di di "forza sirmione democratica", è il nuovo coordinatore provinciale dei Cristiano Popolari. Si consuma così il divorzio con l'UDC, di cui Azzoni era segetario locale, un passaggio che sottolinea l'appeal verso il PDL. Infatti l'UDC, insieme al Terzo Polo, si oppone a Berlusconi, mentre i "Cristiano Popolari" di Baccini sono filo governativi e sposano la linea del neo-segretario Alfano che vorrebbe riunire il centro-destra.


Azzoni, già esponente dell'Udc per il quale fu candidato nel 2009 alle provinciali di Brescia, è noto nella penisola sirmionese per essere stato tra gli artefici, con la maggioranza di centrodestra di cui faceva parte guidata da Maurizio Ferrari, della demolizione dello Space Boat, la famosa discoteca galleggiante da tempo ancorata nelle acque di Sirmione. Nell'ultima legislatura Azzoni si è visto raramente nelle sedute del Consiglio Comunale, con scarsi apporti alla discussione.

«Insieme a Baccini - dice Azzoni - guardiamo con interesse al nuovo progetto di Angiolino Alfano coerentemente con una posizione che ha visto i Cristiano Popolari interessati già al percorso costituente del Pdl». Sembra quindi chiara l'intezione di Azzoni di rientrare nel gregge delle libertà ed è evidente che questa presa di posizione dovrà essere chiarita con il gruppo di opposizione "Forza Sirmione Democratica" (di cui Azzoni fa parte) che si pone in contrasto con la maggioranza pdl-lega (il Sindaco Mattinzoli è vice-coord provinciale del pdl)

mercoledì 20 luglio 2011

Il modello europeo

(documento approvato all'unanimità dalla direzione nazionale del pd)

E' in corso in Italia una clamorosa mobilitazione sui cosiddetti costi della politica. Il fermento è causato in larga parte dall’incapacità dimostrata nel corso degli anni da parte della classe politica di dare le risposte giuste al momento adeguato e soprattutto di garantire trasparenza ed efficienza; bisogna offrire immediatamente soluzioni convincenti, che non rincorrano le spinte sempre più forti verso l’antipolitica ma che al tempo stesso forniscano risposte chiare e immediate; i criteri corretti per riavvicinare rappresentanti e rappresentati sono sostanzialmente tre:

1 riduzione dei costi non utili al buon funzionamento delle istituzioni, 
2 razionalità dei tagli
3 trasparenza nell’assegnazione e gestione dei fondi.

In questo contesto è inutile ricorrere a tagli lineari che, se soddisferebbero forse per qualche giorno l’opinione pubblica, non risolverebbero il problema alla radice. Al di la delle numerose semplificazioni che circolano - tanto nel dibattito pubblico che nelle proposte politiche - è necessario introdurre meccanismi sistematici che dimostrino al cittadino come il denaro ‘investito’ nella politica sia utilizzato per lo scopo assegnato, gestito correttamente e debitamente controllato; questi criteri devono informare la vita ed il funzionamento del luogo principe della rappresentanza democratica e dell’azione politica: il Parlamento; all’interno di un progetto integrale di Maastricht della politica va considerato che il regolamento del Parlamento europeo è già espressione di una media comparata tra i Parlamenti dei 27 Stati membri e garantisce una verifica effettiva dell’uso delle risorse assegnate maggiore trasparenza e migliori controlli;

ciò premesso, la direzione nazionale del Pd impegna i gruppi PD di Camera e Senato :

a chiedere l’applicazione integrale a Camera e Senato del regolamento del Parlamento europeo relativo ai trattamenti (in particolare a stipendi, indennità e rimborsi); in particolare, a introdurre anche per il Parlamento italiano il cosiddetto modello europeo nella gestione del ‘fondo per le spese del rapporto eletto/elettore’. In tal modo è possibile ottenere immediatamente un risparmio ingente, trasparenza sull’utilizzo dei fondi, chiarezza sulla natura dei rapporti lavorativi fra deputato e collaboratore;
inoltre a inserire nel computo per l’assegnazione della diaria anche le presenze nelle
commissioni parlamentari e non solo in aula durante le votazioni.

Firmatari:
- Sandro Gozi
- Giovanni Bachelet
- Jean Leonard Touadi
- Anna Paola Concia
- Ivan Scalfarotto
- Felice Casson
- Ignazio Marino
- Rosa Villecco Calipari
- Michele Meta
- Marta Leonori
- Daniela Lastri
- Vittoria Franco
- Marco Paciotti
- Francesco De Angelis
- Graziano Milia

domenica 17 luglio 2011

DESENZANO d.G. la festa democratica si avvia al gran finale

La festa democratica di Desenzano del Garda si avvia al gran finale di Lunedì 18 con il concerto tributo ai Nomadi del gruppo "MA NOI NO", al termine del concerto una sorpresa per tutti!

Le foto della festa le trovi sul profilo di facebook qui 

...e se sei Desenzanese, alla festa puoi anche firmare contro il progetto che stravolgerà il lungo lago verso il Desenzanino, facendo sparire la storica spiaggia Feltrinelli. 

Ti aspettiamo!

giovedì 14 luglio 2011

DESENZANO ELEZIONI 2012, il Pd annuncia le primarie

Il Pd sceglierà il candidato sindaco di Desenzano attraverso le primarie. E ha già due nomi in campo, quelli dell'ex sindaco Fiorenzo Pienazza e di Rosa Leso. Ad annunciarlo – in anteprima a Bsnews.it – è il segretario provinciale del partito Pietro Bisinella. Una notizia che verrà ufficializzata già in serata, dopo le 20.30, quando alla festa gardesana dei democratici interverranno Enrico Letta e il capogruppo in Regione Luca Gaburri. "In vista delle elezioni del prossimo anno", chiarisce Bisinella, "noi offriamo ai desenzanesi questi due nomi e indichiamo con convinzione la via delle primarie: se poi altre forze politiche vorranno unirsi a noi, condividendo il programma e presentando i loro candidati, saranno bene accette". Un metodo potrebbe estendersi anche ad altri Comuni chiamati al voto il prossimo anno (Darfo e Rovato i più significativi), "compresi – precisa il segretario - quelli con meno di 15mila abitanti".

Ma anche per la Loggia il percorso è già definito. "Prima di pensare ai nomi", chiarisce Bisinella, "dobbiamo definire un progetto serio, senza perderci in chiacchiere inutili. Un primo passo è già stato fatto. A settembre, quindi, apriremo ufficialmente il confronto e al tavolo inviteremo tutti: da Rifondazione fino all'Udc e al Fli. Saranno loro, poi, a dirci se vogliono condividere con noi la strada e i contenuti. Una volta chiarita la coalizione, infine, i cittadini sceglieranno il candidato migliore attraverso le primarie". Più complicata, invece, la questione delle primarie per il parlamento, invocate da Riccardo Frati in un'intervista a Bsnews.it. "Io sono assolutamente a favore", chiarisce il segretario, "ma al momento non esistono regole precise al riguardo e comunque credo che la questione verrà risolta presto a livello nazionale, con la conferenza organizzativa già convocata da Bersani. Ma il vero problema", conclude Bisinella, "è quello della legge elettorale, perché se vogliamo avvicinare la politica ai territori dobbiamo tornare alla preferenza, come già avviene – per esempio – per le elezioni regionali".

Infine, il segretario del Pd – commentando quanto detto dal suo vice al sito – sottolinea di condividere la necessità di un forte ricambio generazionale nel partito. "Il segretario organizzativo che ho scelto", precisa, "ha 26 anni e il più 'vecchio' dei miei collaboratori 36. Quello del ricambio della classe dirigente è un problema da affrontare con assoluta serietà, anche se non amo le modalità con cui pongono la questione i rottamatori come Renzi. La verità", conclude, "è che serve un nuovo modo di fare politica e che dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, altrimenti il Pd – come le altre forze – verrà letteralmente spazzato via dagli elettori".

fonte bsnews.it

DESENZANO lettera aperta ai cittadini, salviamo il nostro territorio

il Consiglio Comunale del 7 luglio 2011, con i soli voti dei consiglieri di centrodestra Anelli, Bernardini, Benedetti, Carretta, D’Arconte, Frosi, Malinverni, Maiolo, Merici, Mesar, Piona e con l’astensione dei consiglieri della Lega Formentini e Polloni ha adottato due grandi trasformazioni del nostro territorio agricolo e la cementificazione del nostro lago. Queste scelte urbanistiche avventate sono state giustificate con la necessità di opere pubbliche indispensabili (una nuova scuola elementare, il lungolago di Desenzano), al di fuori di qualsiasi programmazione urbanistica.

NOI SIAMO FERMAMENTE CONTRARI A TALE DECISIONE E SI E’ OPPOSTO CON NOI ANCHE IL CONSIGLIERE PAOLO BARZIZA.

VORREMMO RICORDARE:
AL SIGNOR SINDACO che i cittadini nel 2007 l’ hanno votato sulla base di un programma che esprimeva la volontà di non consumare ulteriore territorio, che intendeva valorizzare l’entroterra ed il suo peculiare paesaggio, che riteneva doveroso recuperare l’esistente. NIENTE DI TUTTO QUESTO E’ STATO FATTO, ANZI CON I NUOVI PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO (PII) ADOTTATI AVREMO 86.000 METRI CUBI DI FABBRICATI UTILIZZANDO 157.000 METRI QUADRATI DI AREA AGRICOLA

ALL’ASSESSORE GIARDINO che questa amministrazione, paralizzata dalle beghe interne ai suoi componenti, non ha una visione generale della città (4 anni per arrivare, forse, ad una bozza di proposta di PGT!), né una consapevolezza dell’impatto ambientale delle trasformazioni territoriali, utilizzando in modo improprio i Programmi Integrati di Intervento. Dopo aver completato buona parte delle aree intercluse nell’abitato, è tempo di puntare esclusivamente sul recupero dei volumi esistenti

AI CONSIGLIERI DI CENTRODESTRA CHE SI AMMINISTRA UNA CITTA’ PER E CON TUTTI I SUOI CITTADINI. Mai a memoria di Desenzanesi si è assistito alla militarizzazione di un consiglio comunale, dovuta ad una strategia di tensione creata ad arte per impedire la democratica e pacifica partecipazione di cittadini che nonostante raccolte firme e centinaia di lettere non hanno ricevuto alcuna risposta. Il centrodestra si trincera dietro la “risicata” forza numerica, nella logica che chi ha i numeri fa quel che gli piace e vuole, senza alcun confronto non solo con l’opposizione, ma neppure coi cittadini. La maggioranza è logorata da continue beghe interne, basti pensare ai molteplici rinvii di consigli comunali o commissioni per mancanza di numero legale; è una maggioranza diversa da quella uscita dal voto amministrativo; è una maggioranza che dimostra ogni giorno di non saper governare la città.

SIAMO CONTRARI


AL PII GREZZE : quasi 200 appartamenti di edilizia libera al posto di 81.000 mq di campagna, in cambio di una scuola elementare, necessaria ma non urgente, collocata in una zona umida che il PRG salvaguarda, assai decentrata rispetto al quartiere, tra la tangenziale e una nuova strada di ingresso a Desenzano che porterà ulteriore traffico.

AL PII DELLE TASSERE: circa 150 appartamenti di edilizia libera al posto di 76.500 mq di campagna, in cambio di un nuovo lungolago a Desenzano, 700 m per una spesa di 5 milioni di euro. Un’opera di riempimento a lago, con piattaforme che escono fino a 35 metri, stravolgendo l’attuale linea di costa ed eliminando spiaggette storiche. Non è così che si rilancia il turismo e si risolve il problema del lungolago, che è dato dalla presenza della strada!

AL PII COLOMBARE DI CASTIGLIONE: il PRG vigente prevedeva 5300 metri quadri a destinazione artigianale, il PII adottato ne prevede 7.000 di commerciale-direzionale (non ben specificato), tra la strada che porta al Mercatone ed il cavalcavia, dove potranno essere realizzati negozi, di cui non è dato sapere la superficie (un altro piccolo centro commerciale in periferia?). Nessun intervento significativo per la vita degli abitanti del quartiere né alcun intervento di riqualificazione della zona (eppure i residenti avevano chiesto un collegamento ciclo-pedonale con la Chiesa dell’Autostrada e un’area verde).


NOI SIAMO CONTRARI A QUESTO MODO DI PROCEDERE, A ULTERIORE CONSUMO DI TERRITORIO, AD UN’ECONOMIA CHE RUOTI SOLO ATTORNO AL “MATTONE”
CONTINUEREMO QUINDI AD OPPORCI, COINVOLGENDO I CITTADINI NELLE SCELTE CHE LI RIGUARDANO.
PER QUESTO MOTIVO INTENDIAMO PROMUOVERE UNA CAMPAGNA REFERENDARIA CONTRO QUESTE DECISIONI URBANISTICHE

I consiglieri di Centrosinistra
Rodolfo Bertoni,Rosa Leso, Maurizio Maffi, Maria Vittoria Papa, Fiorenzo Pienazza, Giuseppe Savasi, Maurizio Tira

mercoledì 13 luglio 2011

PROVINCIA, Cammarata: «Istituzione fantasma che opera scelte insostenibili»

Il capogruppo dei democratici in Broletto critico sull'astensione del gruppo parlamentare. Cammarata: «Istituzione fantasma che opera scelte insostenibili»

«Siamo critici rispetto all'astensione del Pd in Parlamento sull'abolizione delle Province. Sarebbe stato meglio un voto di rottura, in opposizione ad un governo che sta massacrando tutte le istituzioni e per far ripartire una riflessione seria sul ruolo che questa istituzione dovrà avere in futuro». Così Diego Peli, capogruppo del Partito democratico in Broletto, si è espresso sull'ultima vicenda che ha fatto montare la protesta della base del partito contro i suoi vertici, accusati di voler preservare gli interessi della «casta».
Una presa di posizione che parte dall'esperienza diretta di Peli, che si trova ad operare in una «istituzione a sovranità limitata, dove si agisce solo per delega e senza possibilità di intervento autonomo». Per il capogruppo era necessario votare a favore dell'abolizione, almeno per far tornare d'attualità la discussione sul ruolo delle Province: «O si danno competenze precise oppure così non si può più operare. Attualmente a Brescia è un'istituzione che serve solo a mantenere se stessa e i suoi più di 900 dipendenti, mentre il debito di 500 milioni che affligge i conti del Broletto (e che rende quella Bresciana la Provincia più indebitata d'Italia) causa il blocco totale del bilancio. Come può la Provincia sostenere il turismo Bresciano (che conta quasi cinque milioni di presenze annue) con soli 300 mila euro all'anno?».

Secondo Roberto Cammarata, consigliere provinciale del Pd, la Provincia è «un Dead man walking», un'«istituzione fantasma che opera scelte insostenibili». Ciò che più preoccupa Cammarata non è tanto la crisi economica dell'ente, quanto «il calo di autorevolezza politica. A Brescia avrebbe senso parlare di Provincia, perché il territorio è eterogeneo e ha bisogno di un'attenzione particolare su molti aspetti, ma solo a condizione che l'ente politico abbia un certo peso. Ma senza questo e senza nuove risorse per sostenere il debito, sarebbe meglio abolirlo». Sulla stessa scia il consigliere Laura Parenza, che ha rimarcato «l'incapacità della nostra Provincia di svolgere un ruolo di collante con gli altri enti e le associazioni del territorio. Noi abbiamo un'idea di Provincia che si preoccupa soprattutto di turismo ed agricoltura, mentre quella attuale tralascia tutti gli aspetti fondamentali, dalla tutela del territorio fino ai temi sociali e alla cultura, anch'essa lottizzata dalla Lega Nord. La Provincia di oggi è un'istituzione molto chiusa ed arretrata, non all'altezza delle sfide della società Bresciana».

bresciaoggi/Lunedì 11 Luglio 2011


PER SOSTENERE IL DOCUMENTO DEL PD GARDA CHE CHIEDE UNA POSIZIONE CHIARA SULL’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE, SOTTOSCRIVI LA PETIZIONE ONLINE CHE TROVI QUI. (inserire nel commento il comune di appartenenza e l’eventuale carica, nel motore di ricerca si trova inserendo “documento pd gardesano province”)

martedì 12 luglio 2011

DESENZANO la nuova scuola elementare non sarà a «chilometri zero»

Prima ancora di nascere, la futura scuola elementare delle Grezze, il cui progetto fa parte del piano integrato approvato tra le polemiche dal Consiglio comunale giovedì sera, sta nettamente dividendo Desenzano tra favorevoli e contrari.
INNANZITUTTO si contesta la collocazione, in un'area che adesso è aperta campagna, vicino alla tangenziale, lontana dall'abitato, in posizione periferica rispetto allo stesso quartiere delle Grezze. Attualmente, attorno all'area, non ci sono case nel raggio di circa un chilometro. Per molti genitori e bambini, i tempi di percorrenza si allungherebbero sensibilmente, senza contare che il servizio pedibus non avrebbe facile soluzione.
La scuola, nell'ipotesi per ora sul tavolo, avrebbe cinque sezioni, senza la palestra, al costo preventivato di 5 milioni di euro, con attorno un nuovo futuro insediamento abitativo di quasi 45 mila metri cubi.
Proprio in cambio del permesso di costruire case, i privati finanzierebbero la scuola. E questo per la Giunta comunale è un punto a favore: i soldi li mette il privato.
Ma sulla futura scuola, oltre a interrogativi anche di tipo ambientale (siamo vicini a una zona umida), pende la spada di Damocle di un referendum popolare, ma anche di un suo annullamento per vizi urbanistici e ambientali, di cui hanno parlato i consiglieri comunali Maurizio Tira, Rodolfo Bertoni e Paolo Barziza.
IN CONSIGLIO COMUNALE, Rosa Leso del Pd, ha fatto un discorso di fondo: «C'è di sicuro bisogno di strutture scolastiche a Desenzano - ha detto - ma è sbagliato il metodo con cui si vuole realizzarla. Non è possibile sacrificare altro terreno agricolo, individuando per la scuola una zona assai decentrata, con notevole traffico intorno, senza che passi il bus urbano e a un chilometro e mezzo dalle abitazioni più vicine». [...]

fonte bresciaoggi.it

lunedì 11 luglio 2011

DESENZANO colata di cemento in arrivo grazie al centro-destra

Come anticipato, i due controversi piani edilizi delle Grezze e delle Tassere sono stati approvati poco prima dell'alba di venerdì 8 luglio, al termine di un Consiglio comunale che passerà agli annali per la massiccia presenza delle forze dell'ordine: oltre alla Polizia locale anche quella di Stato, con numerosi agenti in divisa e in borghese, oltre a un drappello di Carabinieri. La Giunta comunale, infatti, alla vigilia temeva contestazioni, In realtà c'è stato solo un ironico applauso dopo l'esito della votazione finale da parte di un gruppo di cittadini, che per un applauso sono stati fatti espellere dalla forza pubblica. Un fatto che a Desenzano ha ben pochi precedenti.

Alta era del resto la posta in gioco: un totale di circa 500 appartamenti da costruire, una nuova scuola (progetto contestato, soprattutto per l'ubicazione lontana dall'abitato), la ristrutturazione del lungolago, con eliminazione della spiaggia Feltrinelli (altro punto molto controverso). L'esito del voto era per altro scontato, perché la maggioranza di centrodestra è riuscita a ritrovare la compattezza e i «numeri»: 11 voti a favore, 8 contrari del centrosinistra e dell'indipendente ex Pdl Paolo Barziza, e l'astensione a sorpresa dei 2 della Lega, hanno determinato l'approvazione del Piano delle Grezze (alle 2.15 del mattino) e del piano integrato delle Tassere (alle 3 di notte), quando già il centrosinistra aveva abbandonato l'aula per protesta, seguito poco dopo da Barziza. Il quale dopo aver argomentato la sua contrarietà ai piani edilizi, è uscito con un'ultima dichiarazione: «Eliminare la spiaggia Feltrinelli - ha detto - sarebbe uno dei più gravi sfregi che Desenzano abbia mai subito».
Ma su entrambi i piani approvati pende una doppia spada di Damocle per presunti vizi di legittimità e di tipo urbanistico, come hanno sottolineato Tira e Bertoni (centrosinistra) e Barziza (indipendente), senza contare inoltre i referendum popolari che il centrosinistra e la Lega hanno già preannunciato di indire.
Soddisfatto invece l'assessore all'Urbanistica Tommaso Giardino: «Sono sereno e voglio esprimere la mia piena soddisfazione per il risultato raggiunto, che ci consente di concretizzare un lavoro durato due anni ed offrire così alla città una scuola, la riqualificazione di un'area dismessa, la sistemazione e l'abbellimento del lungolago».

di Maurizio Toscano, Fonte: Bresciaoggi.it

Province ed astensione: un grave errore.

La Camera ha bocciato l’abolizione delle province, determinante l’astensione del Partito Democratico. I voti contrari sono stati 225, quelli a favore dell’abolizione 83, gli astenuti sono stati 240.

I sottoscritti (coordinatori di circolo, iscritti ed elettori pd) voglio esprimere con questo  documento un giudizio negativo rispetto la posizione assunta dal partito. Quanto accaduto è stato grave, si parla infatti di una proposta che vaga da 51 anni e riteniamo le motivazioni addotte dal gruppo dirigente poco esaustive. I nostri deputati avrebbero infatti avuto tutto il tempo di riflettere e modulare le norme integrative, perché la legge in discussione era una legge costituzionale che quindi avrebbe previsto più passaggi in aula. C'era il tempo di immaginare cosa inserire. In termini economici significava risparmiare 13 miliardi di euro,una operazione necessaria per contrastare da subito una manovra di tagli in settori strategici, che solo nella sanità ammontano a 7,5 miliardi di euro.
Dovevamo dire un sì o un no chiaro, ricorrendo anche ad una consultazione tra gli iscritti se necessario. Ridurre i costi della politica significa anche intervenire su tutti i livelli dell'amministrazione e semplificare il sistema delle autonomie locali. Le province rappresentano un duplicato di spese della politica e i loro compiti potrebbero essere affidati a grandi aree metropolitane, in grado di lavorare in rete.

Perché non favorire la cooperazione fra comuni su un’ampia gamma di politiche locali (ambientali, sociali, economiche, culturali, infrastrutturali) con l'obiettivo di fare dei territori omogenei spazi di opportunità davvero operativo? La strada da seguire non è la rimodulazione di enti inutili, ma la razionalizzazione del bilancio dello Stato attraverso l'eliminazione di quei livelli di amministrazione pubblica locale di cui si può fare a meno senza inficiare la qualità dei servizi.

Questi comportamenti poco chiari, in particolare su temi che hanno assunto un carattere simbolico nella società italiana, risultano macigni sulla schiena di chi tutti i giorni vive il partito democratico sul territorio e ci “rimandano al via”, perdendo la strada conquistata con l’ultima battaglia referendaria. Poniamo l’accento proprio su quest’ultima per ricordare che il nostro PD non fu chiaro nemmeno sul tema dell’acqua pubblica all’inizio. Noi, Democratici Gardesani, ci esprimemmo a favore dei quesiti refendari sin dall’inizio, raccogliendo le firme e spendendo risorse insieme alle associazioni, ai comitati e alle altre forze politiche d’opposizione, mov. 5 stelle compreso. La dirigenza nazionale solo all’ultimo mise il cappello al referendum, cavalcando l’onda del cosiddetto civismo.

Oggi ci saremmo aspettati più coraggio, per non dover ritrovarci davanti ad un film già visto. Siamo stanchi di vedere il nostro grande partito a rimorchio di altri, é ora di prendere le nostre proposte politiche e portarle con forza al centro del dibattito pubblico (come ha fatto Di Pietro con la sua azzoppata proposta).

primi firmatari:
Andrea Volpi, coord.pd garda e pd sirmione
Alessandra Lucchini, vice pd garda e coord. pd puegnago
Ilaria Galetti, coord pd toscolano maderno
GianLuigi Baronio, coord pd padenghe
Tecla Gaio, coord pd pozzolengo
Michele Porretti, coord pd gardone riviera
David Vetturi, coord pd San Felice del Benaco


per sottoscrivere il documento visita questo link

venerdì 8 luglio 2011

Manovra: ecco tutte le ricadute bresciane

I primi a scendere in piazza saranno i sindacati dei pensionati. Ma altre categorie sono già allertate, e gli amministratori stanno cercando di capire, calcolatrice alla mano, cosa accadrà nei prossimi mesi. La manovra finanziaria del ministro Tremonti, ormai pubblicata in Gazzetta Ufficiale, agita le acque anche a Brescia.

PENSIONI. Le segreterie di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno indetto una manifestazione per lunedì mattina in prefettura per protestare contro la parte della manovra che riguarda le pensioni. Che blocca, cioè, per il biennio 2012-2013, la rivalutazione sopra i 2.380 euro lordi e laa bbassa al 45 per cento tra i 1.428 e i 2.380 euro. Soltanto le pensioni Inps su cui potrebbe calare la scure in provincia sono oltre 35mila (il 12%), a cui si aggiungono quelle che fanno capo agli altri istituti previdenziali. È vero che le fasce più basse sono indicizzate al 100 per cento ma - sottolinea la segretaria Fp Cgil Brescia Donatella Cagna - «il punto è la modalità con la quale il governo opera: i tagli colpiscono sempre le stesse persone». Considerando la somma al netto delle tasse è evidente, per Cagna, che «si tocca la fascia centrale dei lavoratori, che magari devono pure mantenere i figli precari o disoccupati». Qualche speranza potrebbe arrivare da un emendamento allo studio che limita il blocco delle rivalutazioni alla somma sopra i 2.380 euro, risparmiando la classe media.

PUBBLICO IMPIEGO. Preoccupazione anche per le norme che estendono dal 2013 al 2014 gli aumenti salariali e allungano di un anno lo stop del turnover. Norme che a Brescia interessano oltre 36mila statali, di cui 16.367 della scuola. «I lavoratori pubblici non hanno un contratto dal 2009 - sottolinea ancora Cagna - per cui valutiamo che alla fine del periodo sarà persa una somma intorno ai 4mila euro». Va anche peggio agli scolastici che, a causa del blocco pregresso degli scatti di anzianità, potrebbero avere una perdita (fonte Flc Cgil) di 200 - 250 euro lordi al mese. «Lo stop delle assunzioni - prosegue la segretaria Cgil - andrà a discapito degli uffici statali i cui organici, soprattutto nel Bresciano, sono già risicati».

ENTI LOCALI. Sono ancora allo studio delle Amministrazioni della provincia le ricadute dei tagli agli enti locali che dovrebbero ammontare nel Paese, tra il 2013 e il 2014, a 9,6 miliardi. Se in Loggia il sindaco Adriano Paroli non si sbilancia, il vice Fabio Rolfi, membro del comitato esecutivo Anci Lombardia annuncia che parteciperà lunedì pomeriggio ad una riunione convocata dall'associazione per capire le ricadute della manovra.

SUPERBOLLO. I proprietari delle automobili «potenti», sopra i 225 kiloWatt (306 cavalli di potenza), dovranno d'ora in poi pagare un superbollo che corrisponde a 10 euro per ogni kiloWatt eccedente. In provincia, secondo il ministero dei Trasporti, i veicoli che saranno «supertassati» sono 4.379.

TICKET. Sarà in vigore dal 1 gennaio 2012, se non sarà trovata altra copertura finanziaria, l'introduzione dei ticket da 10 euro per le visite specialistiche e diagnostica, che si aggiungeranno a quelli esistenti in Lombardia (per un massimo di 36 euro). Soltanto il Civile eroga, per dare una dimensione dell'intervento, 5milioni e 106mila prestazioni di questo tipo all'anno. «Il ticket si ripercuoterà sulle fasce deboli - avvisa Marisa Clementoni Tretti del Movimento diritti del malato - in un contesto in cui già riceviamo tante lamentele per i costi della sanità».

fonte bresciaoggi.it, di Natalia Danesi 

mercoledì 29 giugno 2011

Lele e il socio della ‘ndrangheta, gli interessi dell’impresario dei vip sul lago di Garda

Picchiatori, piromani e personaggi vicini alla ‘ndrangheta. Ecco quali sono le amicizie pericolose di Lele Mora. Lui, l’impresario dei vip, coinvolto nello scandalo Ruby, da tempo è legato a interessi sul lago di Garda. Ed è qui che l’amico del premier, quello, che secondo Ilda Boccassini, portava le ragazze ad Arcore, incrocia uomini vicini alla criminalità da tempo insediata nella zona del basso bresciano. Si tratta di rapporti in cui, Mora, incappa inconsapevolmente. Insomma lui, probabilmente, non sa chi sono i suoi interlocutori. Ma andiamo con ordine.

Un anno fa Lele Mora entra in affari con Carmelo Anastasi, 48 anni, milanese. Nel marzo del 2009 l’agente dei vip, incalzato dalla Guardia di finanza, che sta indagando sul suo impero imprenditoriale, mette in liquidazione tutte le società del gruppo LM. Un’inchiesta del Corriere della Sera rivela che la Fonema edizioni musicali, controllata sulla carta dal figlio Mirko, finisce a una finanziaria svizzera e allo stesso Anastasi.

Ma chi è Anastasi? Un ex poliziotto, già da tempo inserito nel giro della security di Mora e suo malgrado salito all’onore della cronaca locale per essere stato condannato pochi mesi fa e in primo grado a due anni e tre mesi dal Tribunale di Brescia. L’accusa è di concorso in sequestro di persona, porto d’armi abusivo e lesioni. Assieme ad altri e a Leo Peschiera, 54 anni ex autista diUmberto Bossi, rapì il parcheggiatore di una discoteca, sostengono i giudici, per fargli confessare d’essere il colpevole dell’incendio del Lele Mora House. Il locale è situato a Desenzano del Garda. L’agente dei vip lo ha acquistato nel 2008. L’idea era rilanciarlo. Il risultato fu quello di finire dritto dritto nel mondo a tinte fosche della vita notturna gardesana.

La Lele Mora House, prima di essere acquistata dall’impresario dei vip, si chiamava Backstage, anche conosciuto come ex Biblò. Nel luglio del 2007, un’informativa del Gico di Brescia segnalò come un ramo della società che controllava il locale di via Colli storici a Desenzano, era in realtà nelle disponibilità di un’organizzazione criminale che legava esponenti della camorra (clan Laezza-Moccia di Afragola, Napoli) ad altri della ‘ndrangheta (clan Piromalli di Gioia Tauro, Reggio Calabria). Quel documento servì alla Direzione distrettuale antimafia di Brescia per confiscare il locale stesso, rilevato, nel 2009, da Lele Mora e trasformato nel Lm House.

Il provvedimento, istruito dalla Dda e dal Gico, arrivò a sequestrare oltre trenta milioni di euro in beni ai clan calabresi e campani del nord, in un’operazione ribattezzata “Mafia sul lago”. Tra i protagonisti c’è tale Francesco Carmelo Pisano di 57 anni, originario di Gioia Tauro ma residente a Lonato sul Garda.

Scrive il Gico: “Come confermato anche dalle dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti, questi [Pisano ndr.] viene indicato come gravitante attorno alla cosca ‘Piromalli’ di Gioia Tauro”; fatto confermato da varie sentenze di diversi tribunali italiani, nei quali Pisano è stato giudicato per associazione mafiosa, a cominciare da quello di Palmi nel lontano 1997. I finanzieri poi si soffermano a valutare la situazione economico-patrimoniale del pregiudicato. Egli risulta tra i soci fondatori dell’Area Building Srl, della quale possiede il 25 per cento del capitale: un’impresa di costruzioni con sede operativa a Pozzolengo in provincia di Mantova, ma non distante dal basso Garda.

E Pozzolengo è anche il paese in cui risiede Carmelo Anastasi. In una visura, datata 2009 ed effettuata presso la Camera di commercio di Verona, città ove ha sede legale la Area Building, negli assetti societari assieme al Pisano è presente pure l’Anastasi. Egli è il proprietario del 50% delle quote.

Nell’inchiesta sui clan in riva al Garda si ricorda inoltre che il Pisano “Fin dai primi anni ’90 era apparso in stretto rapporto coi fratelli Fortugno”, ovvero con altri esponenti della ‘ndrina dei Piromalli – sempre secondo il Gico di Brescia – a loro volta attivi nel basso Garda e proprio in questi giorni a processo assieme per lo sfruttamento della prostituzione. Nei loro summit, i compari calabresi, in contatto con quelli campani, ribadivano che non “era il caso di farsi la guerra, perché le ragazze e la droga potevano essere gestite assieme!” Teatro di questa laison, il solito mondo notturno in riva al lago. Una realtà che Mora e il suo entourage, loro malgrado, hanno imparato a conoscere molto bene.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it di Fabio Abati

DESENZANO Lite e spari al ristorante uccide il lavapiatti 19enne

Un diciannovenne freddato subito dopo essersi licenziato: un giovane marocchino, da sei anni in Italia e in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, riverso senza vita sul tappeto della veranda del Gattopardo, il ristorante del lungolago Cesare Battisti di Desenzano proprio accanto alla banca rapinata la scorsa settimana. Cinque colpi, forse sei, che Gioacchino Farruggio, padre del titolare del locale, ha sparato dopo aver ricevuto la visita del giovane marocchino e di V.D.G, 41 anni (la polizia ha preferito non rendere noto le generalità complete della donna), consulente del lavoro che doveva curare la cessazione del rapporto tra le due parti.
PER IMAD El Kaalouli non c'è stato nulla da fare: il lavoro dei soccorritori, gli occhi carichi di speranza mista ad angoscia dei bagnanti attirati dagli spari e assiepati a una ventina di metri dal corpo del nordafricano, non sono bastati per consentirgli di vincere la battaglia con la morte. Il giovane, da cinque mesi lavapiatti nel ristorante desenzanese, ha cessato di vivere attorno alle 17 quando il suo cuore ha ceduto definitivamente all'emorragia provocata dai proiettili esplosi da una calibro 7.65 illegalmente detenuta dall'omicida, un uomo di 46 anni appena compiuti e padre del titolare dell'esercizio pubblico, Giuseppe Farruggio.
La tragedia che ha scosso Desenzano in un tradizionale pomeriggio estivo è andata in scena attorno alle 16.15: Imaad, lavapiatti del ristorante, ha un colloquio con Gioacchino Farruggio per definire la cessazione del proprio rapporto di lavoro. A quanto pare il ragazzo straniero avrebbe chiesto quanto gli spettava rimarcando la sua volontà di smettere di lavorare alla fine del mese, in piena stagione estiva.
Al tavolo, oltre al 46enne siciliano, c'era anche la consulente del lavoro, necessaria per espletare le pratiche tecniche delle dimissioni. Seduti in un tavolo all'interno, i tre parlano, gli animi si scaldano e non è dato sapere se l'accordo venga raggiunto.
Ad un certo punto la svolta, violenta e tragica: Imaad si alza, accanto a lui la consulente, con l'intenzione di andare verso il suo motorino beige parcheggiato in strada, fronte lago. Qualche ora di riposo, forse proprio in spiaggia, prima di rimettersi al lavoro per il servizio serale. Improvvisamente, tra l'interno e l'esterno del Gattopardo, vengono esplosi cinque, forse sei, colpi di pistola che raggiungono il diciannovenne alla schiena facendolo crollare all'esterno, sotto la veranda che protegge i tavolini dal sole. Un colpo, di rimbalzo, ferisce lievemente la consulente del lavoro che in seguito sarà trasportata all'ospedale di Desenzano con una ferita non grave. Per Imaad El Kaalouli invece i sogni di una vita italiana svaniscono in un convulso tentativo di rianimazione.

martedì 28 giugno 2011

Lele Mora, dalla «dolce vita» al declino del Garda dei vip

Ha conosciuto le due stagioni del lago di Garda: quella, gloriosa, del Sesto Senso come discoteca dei vip degli anni '80 e quella, più recente e con meno lustrini, legata ad una tardiva e fallimentare operazione di rilancio dell'ex Biblò, rinato per morire subito dopo con il nome di Lele Mora House. Un'insegna che doveva essere garanzia di successo, un nome che poteva essere passaporto per il popolo della notte verso il mondo dello showbiz.
Dario «Lele» Mora non è stata una presenza inosservata a Desenzano quando la cittadina gardesana era l'epicentro della movida del nord Italia e non solo: prova ne è il fatto che l'ex parrucchiere veronese, arrestato l'altra sera a Milano per il reato di bancarotta fraudolenta, fu manager tra gli altri di Jerry Calà (uno dei primi soci del Sesto Senso, oggi, ne riferiamo nella pagina del Garda, locale destinato a scomparire definitivamente) e Luisa Corna poi. I frequentatori della discoteca cult degli anni '80, oggi più che cinquantenni, lo ricordano alle prime armi, capello lungo e sguardo furbo, sempre vicino a chi brillava della luce più luminosa. Di lì a poco avrebbe creato un impero da cui passò mezzo mondo televisivo italiano.
Proprio a Desenzano, vent'anni dopo, il manager veronese con quartier generale a Milano tornò alla ribalta per riaccendere le notti che furono riportando in auge l'ex Biblò con il nome «Lele Mora House»: per questo motivo con alcuni soci mantovani e con l'aiuto dell'amico e imprenditore desenzanese Leo Peschiera si avvicinò al Backstage (quel che restava, appunto, del Biblò). «Questa di Desenzano sarà la prima Lele Mora House d'Italia ma ne seguiranno molte altre», ripeteva incessantemente e, almeno all'inizio, i numeri furono dalla sua parte.
Il locale aprì il 3 aprile del 2008: su via Dal Molin c'erano auto di ogni genere, vigili e gestire la viabilità, fotografi e paparazzi. Del resto tra i privè extralusso, il bancone del bar e i divani a bordo pista i numeri 1 dello spettacolo non mancavano. Si ricordano per esempio l'amico di sempre Jerry Calà, quindi Wanna Marchi, l'attaccante brasiliano del Bologna Martin Adailton, la modella Barbara Fagioli così come i calciatori Eugenio Corini, Victor Obinna, Luciano Eriberto e Sergio Pellissier. Poco dopo anche il Brescia di Serse Cosmi fu ospite per una serata all'insegna dei colori biancazzurri. Tutti «conquistati» dal locale destinato a fare tendenza, punto di contatti tra il mondo vip e coloro che, senza nascondere ambizioni e velleità, avrebbero voluto farne parte.
Tra calciatori e starlette la regina del Lele Mora House è stata senza dubbio Paris Hilton: l'ereditiera inglese con una vocazione artistica mai nascosta brindò con il manager veronese in un privè che pullulava di fotografi. Biglietto da visita di una discoteca sempre più in rampa di lancio ma che si ritrovò, in un attimo, catapultata in fondo al burrone da un incendio doloso il 24 aprile, a tre settimane dall'apertura. Quella mattina, Lele Mora, fu assolto per Vallettopoli, ma non potè festeggiare: i danni al locale, seppur limitati, portarono ad un improvviso stop. Alla riapertura, i vip avevano cambiato «giro». Pochi sabati e la definitiva chiusura. E fu il declino per l'ultimo Lele Mora gardesano.

Daniele Bonetti - fonte: Bresciaoggi.it

giovedì 23 giugno 2011

Le proposte pd sul Lavoro dopo la conferenza nazionale

Restituire senso, dignità, valore e reddito al lavoro, in tutte le sue forme è il messaggio della Conferenza Nazionale per il lavoro del PD  del 17 e 18 Giugno a Genova. Il lavoro quindi al centro del programma: idee chiare per contrastare la precarietà, e il lavoro nero, per incentivare l’occupazione  per i giovani e  le donne e per il reinserimento degli over 45.

Tra le iniziative più specifiche che il Pd ritiene opportuno realizzare vi sono:

- Il contratto di apprendistato come canale prioritario di accesso al lavoro stabile, accompagnato anche da incentivi alla stabilizzazione.

- Il venir meno dei vantaggi di costo del lavoro precario: a parità di costi per l’impresa, un’ora di lavoro precario deve costare di più e un’ora di lavoro stabile deve costare di meno. Sostegno alle pensioni dei lavoratori più giovani e meno tutelati e drastica riduzione delle forme contrattuali.

- Per incentivare la partecipazione e l’occupabilità delle donne, il ruolo centrale va assegnato al potenziamento dei servizi pubblici per conciliare lavoro e maternità.

- La defiscalizzazione per i primi tre anni di attività delle nuove imprese costituite da giovani.

- L’introduzione di un salario o compenso minimo, determinato in riferimento ai minimi dei contratti nazionali di riferimento e destinato a tutti coloro che lavorano al di fuori dei contratti nazionali vigenti.

- Lo stage deve avere una durata massima di sei mesi, sotto la diretta responsabilità della scuola o dell’Università, con contenuti formativi accertabili e retribuzione (40 per cento del compenso di riferimento).

- Una graduale riforma degli ammortizzatori sociali affinché tutte le tipologie di lavoro, dipendente, autonomo, professionale, abbiamo diritto ad una indennità di disoccupazione e ristrutturazione del welfare affinché le tutele fondamentali (indennità di malattia, diritti alle ferie retribuite, ecc.) coprano tutte le tipologie contrattuali.

- Universalizzazione dell’indennità di maternità e ripristino delle norme di contrasto alle “dimissioni in bianco”.

- La riforma della formazione professionale e della formazione continua.

- L’introduzione di uno Statuto per i lavoratori autonomi ed i professionisti.


Silvia Dell’Erba, circolo pd salò e
delegata all’assemblea provinciale e regionale PD

venerdì 17 giugno 2011

GARDONE RIVIERA pranzo con i consiglieri regionali del PD

Il gruppo regionale del Partito Democratico sarà nella provincia di Brescia questo fine settimana nelle giornate di Giovedi 16, Venerdì 17 e Sabato 18 giugno. Proseguono così gli incontri nella varie provincie della Lombardia incontrando amministratori, mondo produttivo, sociale ed istituzionale.

Ore 10.15 - Toscolano Maderno – Caffè in piazza
Navigazione e problemi connessi al territorio

Ore 12.30 - Gardone Riviera, pranzo

Il menu sarà il seguente:
aperitivo, risotto ai funghi, tagliolini al tartufo, grigliata di carne con patatine fritte e insalata, gelato alla crema con frutti di bosco caldi, caffè corretto, vino bianco e vino rosso
Euro 25,00

Chi è interessato a partecipare confermi la propria presenza alla mail michele.porretti@gmail.com entro le 12.00 di venerdì 17.

Per maggiori informazioni: www.blogdem.it

martedì 14 giugno 2011

REFERENDUM: affluenza dei Gardesani al 51,31%

Con una media del 51,31% i Gardesani hanno battuto la soglia del quorum (45.397 su 88.473 aventi diritto sulle sponde bresciane del lago), anche se la media è inferiore al dato della provincia bresciana e a quello nazionale. L'Alto Garda trova il comune con la più alta partecipazione al voto: Limone infatti sfiora il 65% dei votanti. Il dato più basso spetta a Manerba con il 42,42%.
Le percentuali di Si si allineano invece al dato nazionale, intorno al 95%, su tutti e quattro i quesiti referendari.

Ma ecco nel dettaglio i comuni gardesani:

Bedizzole 54.85%
Calvagese 59.05%
Desenzano 50.91%
Gardone Riviera 50.99%
Limone 64.63%
Lonato 55.01%
Manerba del Garda 42.42%
Moniga 44.6%
Padenghe 47.91%
Polpenazze 49.95%
Pozzolengo 53.5%
Puegnago 50.82%
Salò 49.15%
San Felice del Benaco 53.28%
Sirmione 46.73%
Soiano 48.76%
Tignale 52.04%
Toscolano 55.72%
Tremosine 50.31%

lunedì 13 giugno 2011

Seggi chiusi, col voto estero affluenza oltre 57%; Pd, Idv e Fli: "Ora il governo si dimetta"

Il quorum sui quattro quesiti referendari - acqua, nucleare e legittimo impedimento - è stato raggiunto e si profila una plebiscitaria vittoria per il fronte del Sì. Berlusconi: "Un dovere accogliere il responso". Polemica per le parole del premier ("Dovremo dire addio a nucleare") e di Maroni ("Le proiezioni dicono che il quorum sarà raggiunto") a urne ancora aperte. Le opposizioni protestano e chiedono le dimissioni del governo. Enrico Letta (Pd): "Fuori dalla realtà un premier che non si dimetta oggi". Il Terzo Polo: "Il sì al referendum è un no grande come una casa al governo". Fli: "Ora pagina nuova per l'Italia". Vertice della Lega a via Bellerio. Calderoli: "Stufi di prendere sberle". Bersani: "Dato enorme, che chiede il cambiamento. Si dimettano e vadano al Colle". Di Pietro: "Chiedo dimissioni da quando il governo è nato". Vendola: "Ora elezioni anticipate". Casini: "Berlusconi non lascerà ma bisognerebbe andare a votare"

Quorum vicino: alle 22 di domenica il 41,14 % degli elettori ha votato (non conteggiati 3,3 milioni all'estero)

Seggi di nuovo aperti in tutta Italia fino alle 15 per la seconda e ultima giornata di votazioni sui quattro referendum su ritorno al nucleare, gestione e tariffe dell'acqua, legittimo impedimento a partecipare ai processi. La partita si gioca sul quorum. L'affluenza alle urne, ieri, prima giornata di voto, è stata molto alta raggiungendo alle 22 il 41,1% per tutti i 4 referendum. Un dato che fa bene sperare i promotori rispetto alle precedenti consultazioni: un'affluenza così alta per i referendum abrogativi non si registrava dal 1995. Le sezioni elettorali in tutte le Regioni italiane sono 61.599. Gli italiani chiamati fra ieri e oggi alle urne sono oltre 47 milioni, oltre 3 milioni gli elettori all'estero che hanno già votato. Il «verdetto» sul quorum arriverà dal Viminale questo pomeriggio. A Milano, si votava inoltre per cinque referendum consuntivi. Il quorum era fissato al 30% ed è stato abbondamente raggiunto già domenica.

giovedì 9 giugno 2011

Referendum, è tutto pronto Alle urne 909.890 bresciani

Il conto alla rovescia è iniziato. Mancano poche ore ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno, e mentre si moltiplicano le iniziative dei comitati e le prese di posizione dei partiti la macchina organizzativa si sta muovendo. Si vota domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15.

I QUESITI. I quesiti per cui i bresciani sono chiamati ad esprimersi sono quattro. I quesiti numero 1 e 2 (scheda rossa e gialla), per proporre i quali sono state raccolte in provincia 45mila firme, riguardano l'acqua pubblica: il primo si basa sull'abrogazione di norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati; il secondo sull'abrogazione delle norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l'erogazione dell'acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. Il quesito numero 3 (scheda grigia), voluto in origine da Italia dei Valori, propone l'abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare. Questo referendum è stato presentato anche grazie alle 9.500 firme raccolte nel bresciano. Oltre 8mila invece i cittadini che hanno firmato per il numero 4, sempre voluto da Idv: la scheda di colore verde propone l'abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del presidente del consiglio e dei ministri a comparire in udienza penale..

GLI ELETTORI. Secondo le ultime rilevazioni della prefettura di Brescia sono chiamati ad esprimersi per la consultazione referendaria 909.890 elettori di cui 441.142 maschi e 468.748 femmine. Il corpo elettorale è cresciuto nei numeri. Al precedente referendum del 21 e 22 giugno 2009 erano 907.382 gli aventi diritto. Sono 1.164 quindi le sezioni allestite in tutto il territorio (contro le 1.153 del 2009), compresi i seggi volanti allestiti nei piccoli luoghi di cura, i seggi speciali aggregati alle sezioni ospedaliere oppure alle sezioni normali non ospedaliere per la raccolta dei voti nei luoghi di detenzione.

fonte: Natalia Danesi, da bresciaoggi.it

lunedì 6 giugno 2011

REFERENDUM 12/13GIUGNO, la battaglia del quorum sul Garda

Il 12/13 Giugno si terranno importanti consultazioni referendarie che vedranno i cittadini misurarsi su tre temi: acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento. Come sappiamo tutti la prima grande battaglia è quella del quorum, quindi diventa un obbiettivo primario per i “comitati del si” attivare sul territorio iniziative informative.

Leggendo notizie su giornali e su facebook che riportano spostamenti all’ultimo minuto di banchetti o dinieghi per l’utilizzo di sale pubbliche, viene da domandarsi se alcuni politici piuttosto che impegnarsi in “comitati per il no”, preferiscano utilizzare le posizioni di amministratori per boicottare queste iniziative.

Prima viene negata per più volte la biblioteca di Lonato chiesta per tenere dei dibattiti sui temi referendari, segue Pozzolengo dove il banchetto viene si autrizzato, ma in una via secondaria, poi a Gardone Riviera dove a precisa autorizzazione rilasciata dal Sindaco viene chiesto all’ultimo minuto di spostare il banchetto in una piazza lontana dalla manifestazione turistica in corso. In quest’ultimo caso il Sindaco Cipani si premura di emanare un comunicato stampa dove sottolinea la neutralità del provvedimento, ma proprio per quanto detto sopra in merito al quorum, questa neutralità sembra secondo noi solo di facciata. Inoltre ci si chiede perchè è stata fatta retromarcia, visto che sembra chiaro che per l’amministrazione il confronto politico in piazza sia qualcosa di inetto da relagare lontano da manifestazioni pubbliche di carattere turistico-culturale. Come se non si siano mai visti i banchetti della lega nord nei mercati comunali.

Troppi episodi quindi, diffusi sul territorio gardesano, per non leggere una strategia oscurantista da parte della destra che evidentemente ha paura di questi referendum. Per cui se è vero che la Destra Gardesana non vuole essere vista come “nemico persecutore” e denuncia il basso livello del dibattito politico, così come ricordato nel comunicato del Sindaco di Gardone, si misuri sul campo aprendo “comitati per il no” e battendosi insieme al fine di raggiungere il quorum, anche per dare un senso ai milioni di euro, soldi di tutti noi, che verranno spesi il 12/13 giugno dopo la decisione del Ministro Maroni di non accorpare referendum e ballottaggi, ennesimo esempio di quanto detto.

domenica 5 giugno 2011

DESENZANO: piano di governo del territorio, questo sconosciuto

L’Amministrazione comunale di Desenzano del Garda afferma di voler portare in adozione il Piano di governo del territorio, dopo quattro anni dal suo insediamento. Il 2 maggio la giunta comunale ha preso atto della seconda bozza del Piano di Governo del Territorio, consegnata dai progettisti! Il materiale depositato è ancora parziale, mancano le norme del Documento di Piano; il Piano delle regole ed il Piano dei servizi sono solo parzialmente evocati dai contenuti delle tavole. Difficile immaginare che l’amministrazione possa impostare un percorso di condivisione e discussione - come meriterebbe un tale strumento - se si vuole andare ad adozione entro la scadenza indicata dalla Regione Lombardia, il 30 settembre prossimo. Dal materiale a disposizione si possono quindi trarre solo alcune informazioni.


La prima: gli abitanti stimati dalle trasformazioni territoriali interne ed esterne alla città consolidata sono 3500, aggiuntivi rispetto a quelli previsti dall’attuazione del PRG vigente.

Questa cifra si ottiene con un parametro di 175 metri cubi per abitante negli ambiti esterni. Se si utilizzasse il più comune parametro di 150 metri cubi per abitante, la cifra aumenterebbe ancora di oltre 200 unità. Inoltre non sono conteggiati gli abitanti aggiuntivi che potrebbero insediarsi a seguito di recuperi o incrementi volumetrici nelle zone residenziali consolidate.

La crescita prevista dal PGT è quindi quasi doppia di quella prevista dal PRG, approvato nel 2006 e non ancora del tutto completato (la valutazione ambientale strategica lo dichiara completato al 78%).


Un secondo elemento sono le scelte dei grandi poli di trasformazione residenziale.

I tre più grandi sono: quello delle Grezze (ATR/PII 2), quello della Cremaschina/Maiolo di sotto (ATR/PII 6 e AT5) e quello delle Tassere (ATR/PII 4). In essi si concentra quasi il 23% delle nuove residenze, in tre ambiti molto decentrati rispetto ai centri principali ed ai relativi servizi!

Inoltre si tratti di ambiti che l’Amministrazione vuole approvare PRIMA dell’adozione del PGT, con l’adozione di due di questi nella seduta del 30 maggio 2011.

Si tratta di un’operazione metodologicamente sbagliata: anticipare l’adozione delle previsioni più rilevanti del piano prima del piano significa astrarle da un contesto più ampio di regole generali, intaccare aree agricole spacciando per “intercluse” aree che non lo sono, eludere l’obbligatoria dinamica partecipativa che la Legge 12 del 2005 impone prima dell’adozione del PGT!


Un terzo elemento sono le trasformazioni non residenziali, in particolare il vastissimo ambito dove è prevista l’applicazione dello Sportello unico per le attività produttive, nella fattispecie terziarie e ricettive, su una superficie di 85.000 metri quadrati a Monte Alto. L’esito sarà definito solo con l’approvazione dello strumento attuativo per cui si può solo immaginare cosa sorgerà (la tavola da indicazioni molto di massima).


Un quarto elemento è costituito da alcune altre previsioni importanti, che però rimangono sotto traccia, in quanto la documentazione illustra soprattutto le scelte di trasformazioni fuori dal perimetro del tessuto urbano consolidato.

Mi riferisco all’area a lago dove è previsto uno “sportello unico” per destinazione alberghiera di oltre 8000 metri quadrati di superficie, su viale Motta, accanto all’Idroscalo; ai previsti ampliamenti dei porti di Desenzano de Rivoltella, alla riduzione della superficie del Piano per edilizia economico popolare della Cremasca. La Valutazione Ambientale Strategica non merita grandi commenti. Tuttavia un’indicazione ne emerge: l’ambito di trasformazione delle Grezze, quello che dovrebbe consentire la realizzazione di una nuova scuola (in posizione non idonea), è di gran lunga il più impattante di tutti quelli contenuti nel PGT (in una scala da 1 a 13 vale 13!). Il Piano territoriale regionale e il Piano di Indirizzo forestale prevedono infatti forti tutele nelle aree tra la ferrovia e la tangenziale: ad esempio aree di ricostituzione ambientale, un contorno di boschi e parchi urbani e periurbani ad arginare l’insediamento esistente.

In sintesi, con la documentazione finora disponibile, si ricostruiscono solo le scelte più grandi che l’Amministrazione sta anticipando con i Programmi Integrati di Intervento e rimangono ancora oscure, forse perché non sono ben definite, molte altre scelte.


Sarebbe tempo di iniziare un confronto aperto su tutte le scelte del PGT!

Tuttavia non si coglie nessuna volontà di arrestare l’utilizzo di nuove aree per spingere decisamente verso il recupero dell’esistente. Anzi si giustifica anacronisticamente la crescita delle aree residenziali con la previsione della continuità della crescita demografica, in contrasto con le prescrizioni degli strumenti di pianificazione sovra comunale (dal Piano paesistico regionale al Piano provinciale), i quali disegnano uno scenario di sviluppo e di vincoli per il territorio dei laghi insubrici che è chiaramente legato alla promozione dei valori territoriali e ambientali.



Prof. Ing. Maurizio Tira
Consigliere comunale “Lista Pienazza” – Desenzano del Garda

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