Non è una semplice «manovra»: per i magistrati italiani, bresciani compresi, quella imbastita dal Governo è una vera e propria «sterzata» al massacro della categoria. E gridando il loro dissenso, togati e cancellieri si appellano, ancora una volta, alla mobilitazione. Nel mirino della protesta i tagli previsti in finanziaria che andrebbero a colpire non solo le buste paga, ma, in generale, le risorse da destinare al sistema giudiziario. Per questo l'Anm di Brescia, come in tutta Italia, proclama l'astensione dal lavoro per l'1 luglio ma prima, dal 21 al 25 giugno prossimo, l'Associazione ha deliberato il così detto «sciopero bianco»: saranno sospese cioè le attività di supplenza (primo tra tutti la prestazione gratuita dei cancellieri dopo l'orario giornaliero), nei limiti previsti dal codice di procedura penale e in base alle esigenze dei distretti.
«SIAMO CONSAPEVOLI della crisi economica che sta attanagliando il Paese: non intendiamo sottrarci al nostro dovere di contribuenti, ma le misure approvate dal Governo sono ingiustamente punitive nei confronti dei magistrati e del comparto amministrativo - denuncia Silvia Milesi, presidente della sezione di Brescia dell'Anm -. E' inaccattabile non essere considerati una risorsa su cui investire, ma, al contrario, uno spreco per la giustizia». In sostanza, rileva l'Anm durante l'assemblea sezionale al Palagiustizia, questa finanziaria andrebbe ad incidere unicamente sul pubblico impiego senza colpire gli evasori fiscali, i patrimoni illeciti e le grandi ricchezze private, paralizzando la macchina giudiziaria. «Parliamo di un pesante ridimensionamento dei poteri della giustizia da parte di uno Stato disinteressato: il Ministero ridurrà i fondi del 10 per cento e bloccherà il turn over per altri tre anni, fino al 2014», spiega Milesi. Ad avere la peggio dal punto di vista retributivo sarebbero i magistrati in erba: - 30 per cento in busta. Ma non solo, perchè «questa manovra colpisce in maniera indiscriminata. Per esempio, un magistrato di prima nomina con uno stipendio lordo di 40mila euro subirà tagli per circa 10 mila euro lordi l'anno, il 25 per cento delle entrate. La tanto decantata indipendenza della magistratura andrebbe garantita anche dal punto di vista economico - continua Milesi -, mentre il legislatore cosa fa? Rinnova l'adeguamento salariale fermo dal 2006, bloccando gli automatismi stipendiali a fronte di un prelievo tributario che non cala. In parole povere, a muovere la finanziaria è la convinzione che la magistratura sia una spesa eccessiva e improduttiva».
venerdì 18 giugno 2010
GIUSTIZIA. al Palabrescia l'Anm ha annunciato l'astensione dal lavoro fissata per il primo luglio: saranno sospese tutte le attività di supplenza
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