lunedì 12 luglio 2010

SALO'. Il consiglio unito sulla mozione per l'acqua pubblica

Divisi dalla Fonte... ma uniti dall’acqua. A Salò la maggioranza (sulle posizioni della Lega Nord e del Popolo delle Libertà) e i tre gruppi di minoranza (l’area che fa riferimento al Partito Democratico, i «Cittadini» e il Msi) si sono duramente scontrati sull’operazione riguardante l’immobile ed il trasferimento dello stabilimento della «Fonte Tavina», che gli uni hanno inutilmente cercato di bocciare e gli altri, invece, hanno deciso di portare avanti, pur con qualche aggiustamento di volumetria. Ma tutti alla fine si sono trovati concordi nel sostenere che l’acqua è un patrimonio comune, da «difendere con le unghie e i denti», quindi un bene da non cedere mai ai privati.
«L’acqua è una fonte di vita insostituibile, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi - sostiene la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Salò -. L’acqua costituisce un bene dell’umanità: universale, pubblico e indisponibile, che appartiene a tutti. Per i servizi idrici è necessaria una gestione pubblica. Questo non solo per le infinite connessioni col rispetto dei diritti, a cominciare da quello alla sopravvivenza, le condizioni di vita e di lavoro, la salute e l’igiene, la produzione agricola e industriale, la sicurezza alimentare, l’ambiente e altri mille aspetti sui quali non è possibile fare un passo indietro, ma anche perché la privatizzazione dell’acqua ha dimostrato, in Europa come nei Paesi meno sviluppati, di produrre effetti economici negativi, inefficienze, sprechi, mancanza di investimenti, carenza di qualità e sfruttamento incondizionato del territorio, con deviazione di fiumi e corsi che impoveriscono l’agricoltura e la vita delle comunità».
IL SINDACO Barbara Botti, la Giunta e il Consiglio comunale di Salò si impegnano a «inserire nello statuto del Comune il diritto all’acqua (universale, indivisibile e inalienabile), confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio integrato, riconoscere che è privo di rilevanza economica e va garantito l’accesso per tutti», oltre che «a mantenere le proprie quote nella società Garda Uno», che si occupa delle reti idriche e delle fognature della riviera bresciana. Un modo per evitare l’ingresso di gruppi privati nella società.
C’è inoltre l’obiettivo di salvaguardare la risorsa attraverso le seguenti azioni: informare la cittadinanza sulla qualità dell’acqua, pubblicando le analisi chimiche e batteriologiche, modulare le tariffe premiando la riduzione dei consumi, sollecitare il «Garda Uno» a promuovere una campagna di sensibilizzazione sul risparmio idrico utilizzando i riduttori di flusso e studiando l’introduzione dell’impianto duale. Da ultimo l’invito a destinare un centesimo al metro cubo di acqua per interventi di costruzione di strutture di captazione e distribuzione attraverso la cooperazione internazionale.

fonte: bresciaoggi.it

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