giovedì 2 febbraio 2012

Scuola: istituto comprensivo, novità e valori in gioco

In un recente convegno coordinato dalla dottoressa Rosa Leso si è parlato di Scuola, un tema molto importante, ma non sempre posto adeguatamente all’attenzione dei cittadini come meriterebbe per gli effetti che ha sulla formazione dei giovani. L’argomento principale, sviluppato dal Dirigente Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna dott. Giancarlo Cerini, era l’Istituto Comprensivo, la cui forma organizzativa mette insieme, in un unico segmento scolastico: la Scuola dell’Infanzia, (tre anni), la Scuola Primaria(cinque anni) e la Scuola secondaria di primo grado (tre anni). Per accorpare le tre diverse scuole è indispensabile una popolazione scolastica non inferiore alle mille unità (gli standard di riferimento per gli alunni effettivamente iscritti). In molte realtà questo dimensionamento, interessando vari territori non sempre omogenei, pone alcune criticità. Infatti possono essere uniti sotto una stessa dirigenza, e quindi in una stessa Scuola Comprensiva, anche Comuni diversi che devono fornire, attraverso il Diritto allo Studio, beni e servizi di gestione e soprattutto contributi per favorire la realizzazione dei progetti del Piano Offerta Formativa.

Sirmione per esempio è al centro dell’Istituto Comprensivo costituito dalla sua scuola Media, Primaria e dell’Infanzia, dalla scuola Media Trebeschi, dalla Primaria e Media di Pozzolengo. Il concetto nuovo che emerge da questa razionalizzazione è quello di “Comunità Educante” che supera i vincoli legati alla geografia politica e amministrativa del luogo. Il progetto dell’Istituto Comprensivo allora si intreccia con il futuro dei giovani perché vuole occuparsi del “bene comune” in modo disinteressato e generoso creando una spazio, la Città, in cui si sviluppa l’educazione e la formazione che insieme arricchiscono, di conoscenza e di competenza, la società di domani. I punti di forza di questo Sistema-Scuola sono:

1) Rafforzamento del rapporto Scuola educante e Comunità (intesa come Istituzioni, Enti Locali, Imprese, Volontariato, Rete solidaristica, Associazionismo e Gruppi Sportivi non agonistici) che dovrà produrre un Capitale Sociale da investire nella coscienza civile come preparazione dell’uomo e del cittadino.

2) Pluralità di docenti appartenenti a livelli diversi d’istruzione (Insegnati di scuola materna, elementare e media) che con la loro professionalità diversificata migliora qualitativamente l’Offerta Formativa. E’ possibile sopperire, per esempio, alla carenza di organico specialistico con la creazione dell’Organico d’Istituto, di cui fanno parte docenti stabili per almeno un triennio, che consente di avviare una Didattica alternativa per risolvere problemi di apprendimento e di indisponibilità allo studio. Si pone fine alla segmentazione degli apprendimenti per stadi obbligati connessa ai diversi cicli scolastici dove oggi è in atto una frattura di continuità, rintracciabile nella difficile comunicazione pedagogica e metodologica. E’ possibile offrire invece un modello formativo - orientativo continuo e uniforme che accompagna l’alunno in apprendimento fino alla soglia delle scelte importanti per il proseguimento del suo impegno scolastico nella Scuola Superiore. Si crea così una scuola che coinvolge, che si mette in gioco per attivare un processo di crescita interna ed esterna in grado di far emergere abilità e attitudini che valorizzino il merito degli studenti.

3) Il Piano dell’Offerta Formativa (POF), in grado di censire i bisogni dell’utenza scolastica ormai proiettata verso una società della conoscenza globale e telematica. Agli alunni è importante, perciò, fornire strumenti di diagnosi per migliorare l’acquisizione dei saperi disciplinari e i relativi contenuti (puntando sul rafforzamento della Lingua e della Matematica), che sviluppano le competenze generali e specifiche dell’alunno. Fare una buona scuola significa allora investire in produzione di idee, sviluppo di capacità per risolvere problemi, creare nuovi modelli organizzativi nel lavoro, flessibilità di coniugare economia, politica e sviluppo sostenibile all’interno dell’ecosistema in cui ci si trova a vivere. Che è poi la Missione della Scuola.

Federico Bufalo, circolo pd Sirmione

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