venerdì 23 settembre 2011

Depuratore del lago, tutto da rifare

Ci vorrà un sacco di soldi, un sacco molto grosso: devono starci dentro fra gli 80 e i 100 milioni di euro per la sponda bresciana, e poco meno per quella veneta. Ma bisognerà trovarli assolutamente, e in fretta, perchè il sistema di depurazione del Garda è ormai alle corde e deve essere rifatto quasi completamente.
DOPO TRENT'ANNI e passa, depuratori e tubature sono così vecchi e inadeguati, da rischiare di diventare addirittura pericolosi per l'ecosistema del più grande lago d'Italia.
Se si rompe il depuratore di Peschiera, che succede? Se si spacca anche solo uno dei tubi subacquei, che trasportano reflui da una sponda all'altra, che succede? Non è più tempo di farsi domande, e si prova a passare alla fase operativa.
L'altroieri c'è stato, per la prima volta, un incontro fra l'azienda Garda Uno, la «gemella» veronese Ags, e le Autorità d'àmbito delle due province. Si è deciso lavorare insieme, anzi «in parallelo», sulla fase progettuale e sul reperimento degli ingenti finanziamenti necessari. Ai primi di ottobre seguirà un altro incontro, più operativo.
Per la Riviera bresciana, c'è già un progetto preliminare, e un'analisi dei costi, con questi obiettivi: costruire un nuovo depuratore «bresciano», e rifare completamente il sistema di collettamento, eliminando in particolare le condotte sublacuali. Costruito un depuratore in terra bresciana, non servirebbe più far correre tubi sotto al lago verso l'impianto di Peschiera. Ma c'è di più.
«Il depuratore di Peschiera, progettato 40 anni fa, non basta più per tutto il lago - spiega Franco Richetti, direttore tecnico di Garda Uno -. È tarato su 330mila abitanti, ma in tutti i paesi del lago la popolazione è cresciuta: dovrebbe poterne servire almeno mezzo milione, o d'estate addirittura un milione. Possiamo limitarci a potenziare Peschiera, ammesso che sia potenziabile? Mi sembra improbabile».
C'È BISOGNO di un nuovo depuratore, apposta per la sponda bresciana, Ma dove?
Alcuni possibili siti sono stati già ipotizzati, nell'entroterra del basso Garda. Grossomodo l'area tra Lonato, Calcinato e Montichiari. «Ma è presto per parlare del sito - precisa Garda Uno -: non è deciso dove collocare l'impianto. Ma si arriverà presto anche a questa fase: entro cinque o sei anni, massimo dieci, il nuovo sistema dovrà essere a a regime».
Da rifare, però, c'è anche il sistema dei collettori. In particolare. l'obiettivo è eliminare la condotta sublacuale che attraversa il lago da Maderno a Torri, portando il «grosso» dei reflui bresciani verso Peschiera.
Il presidente di Garda Uno, Mario Bocchio, lancia da mesi appelli molto seri sul pericolo costituito da questo sistema. E Richetti conferma: «È un tubo vecchio di trent'anni, non durerà in eterno. ed è di difficile manutenzione perche corre sui fondali del lago. Ma gli stessi rischi arrivano anche da altre condotte di costa».
Il vertice dell'altroieri ha reso «ufficiali» queste verità Mancano principalmente i soldi. Lo Stato, le Regioni, l'Europa, le banche: bresciani e veronesi stanno bussando a molte porte. Ma almeno la «macchina» si è messa in moto.

di V.R. fonte bresciaoggi.it

Nessun commento:

Posta un commento